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355 milioni di bottiglie prodotte, il 70% vendute all’estero, con una passione dei consumatori che non conosce crisi e un giro di affari di 1,7 miliardi al consumo: tutti i numeri del Consorzio del Prosecco Doc, a Vinitaly

10.452 aziende viticole, 1.201 aziende vinificatrici e 356 case spumantistiche compongono il variegato mondo del Prosecco Doc. Un territorio di 20.000 e 250 ettari di vigneto spalmato su nove province di due meravigliose regioni del nordest: Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno per il Veneto; Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia per il Friuli Venezia Giulia, dove i vigneti di Glera, vitigno atto a produrre il Prosecco, incidono in termini di occupazione del suolo con una quota media inferiore al 3% della superficie agricola. Ecco tutti in numeri di una delle denominazioni del vino italiano di maggior successo degli ultimi anni, a Vinitaly nella tavola rotonda promossa dal Consorzio del Prosecco Doc. Grazie ad una passione dei consumatori che non accenna a diminuire: né in Italia dove avvengono il 30% dei consumi (106 milioni di bottiglie, di cui il 65% al Nord, il 20% al Centro, il 15% al sud) né all’estero dove viene assorbito il 70% della produzione complessiva (249 milioni di bottiglie, per il 74% in Europa, il 20% in Nord America e il 6% tra Asia, Africa, Australia e Sudamerica).

Con un export cresciuto nel complesso del 23% in volume e del 24,5% in valore, dato che evidenzia come il Prosecco stia ottenendo un riconoscimento anche in termini economici. “Il consumatore - spiega Luca Giavi, direttore del Consorzio del Prosecco Doc - apprezza il Prosecco ed è disposto a spendere un po’ di più per assicurarsi un prodotto di qualità. Questo “giusto” prezzo che il consumatore è disposto a pagare permette un’equa remunerazione a tutti gli attori della filiera a partire dal produttore per arrivare all’imbottigliatore. Senza considerare l’indotto e ipotizzando un prezzo medio di 4,5 euro a bottiglia, il giro d’affari nel 2015 è di 1,7 miliardi di euro al consumo”.

Il Regno Unito che con un incremento del 48,5% sul 2014, oggi vale il 35,13% della quota export, seguiti dagli Usa (+22,6% ) che pesa per 17,3%, e la Germania (+ 0,84%) per una quota export pari a 16,73 %, che conferma un trend interessante: calano i consumi teutonici di Prosecco Frizzante a favore del Prosecco Spumante.

In un mercato effervescente caratterizzato da una crescita costante, alcuni Paesi si distinguono per una crescita decisamente sopra la media, altri per il segno negativo. Bene la Francia (+51,8%), la Nuova Zelanda (+61,8), e mercati emergenti come la Repubblica Domenicana con +148,9%, e il Vietnam (+148,6), ma anche Emirati Arabi, Nigeria e Sudafrica che superano ogni previsione. Note negative arrivano da Russia (-16,4%), Cina (-15,4%) e Brasile (-36,5%), mercati in cui c’è stata una forte svalutazione della moneta o aumento dei dazi doganali.

A livello produttivo, poi, il 2015 è stata una buona annata per il vino, anzi ottima, soprattutto se paragonata al 2014, anno horribilis per la vitivinicoltura. In termini di quantità dai 2,2 milioni di ettolitri del 2014 il Prosecco nel 2015 è cresciuto del 50%, a 3,4 milioni di ettolitri.

In termini di bottiglie nel 2015 si sono prodotte 355.231.691 di bottiglie +15,8% sul 2015.
“Vogliamo dare al consumatore la massima garanzia - aggiunge Giavi - prova ne sia l’adozione del Contrassegno di Stato che non eravamo obbligati ad utilizzare, ma che abbiamo voluto applicare per tutelare il consumatore su origine e qualità aiutandolo ad orientarsi nella scelta”.

“Il Consorzio del Prosecco Doc sta sempre più spingendo nella direzione della sostenibilità. Non a caso domani presenteremo il nuovo Vademecum Viticolo, progetto che da anni portiamo avanti con il Consorzio Vini Venezia. E all’orizzonte si profilano nuove progettualità sul fronte della sostenibilità - tiene a precisare il presidente della Doc Prosecco, Stefano Zanette - Nonostante i grandi numeri va ricordato che la superficie media delle nostre aziende corrisponde a circa 2 ettari”.

Inedito il profilo del “consumatore tipo”, emerso dall’indagine Swg e raccontata dal suo direttore scientifico Enzo Risso. Con uno sguardo analitico sulla percezione del consumatore. Allegria, condivisione, leggerezza e armonia sono solo alcuni degli elementi che compongono lo stato d’animo di chi si affaccia ad un bicchiere di Prosecco. “Ne emerge l’immagine di un vino fresco e giovanile che piace perché rende la vita piacevole trendy e spensierata. Un vino - spiega Risso - che ti fa stare bene con gli amici, conviviale per eccellenza, che sa raccontare lo stile di una persona ma anche la sua voglia di essere diversa e unica”.

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