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50 anni di Nobile di Montepulciano: denominazione dal passato solido e dal futuro radioso. Lo dice una verticale molto significativa, ma anche i numeri parlano lo stesso linguaggio (da 7 produttori a 230, da 100.000 bottiglie a 7.000.000)

Italia
Doc, 50 anni del Vino Nobile di Montepulciano, uno dei territori veramente storici della Toscana del vino

50 anni di Doc Nobile di Montepulciano: denominazione dal passato solido e dal futuro radioso. Lo scenario emerge dal bicchiere di una verticale molto significativa, ma anche i numeri parlano lo stesso linguaggio. Da 7 produttori per 100.000 bottiglie a 230 per una produzione complessiva di 7.000.000 di pezzi. Questa la “cavalcata”, nella chiara sintesi numerica, della denominazione Vino Nobile di Montepulciano, uno dei territori veramente storici della Toscana del vino, che festeggia i suoi 50 anni di vita, in queste giornate di inizio ottobre.
È il 1966, un anno dopo la nascita del Consorzio dei produttori, quando sul mercato per la prima volta in Italia esce il Vino Nobile di Montepulciano Doc, tra i primi dieci vini italiani a dotarsi di questo marchio di qualità. Sono passati cinquanta anni da quel primo traguardo che seguito, nel 1980, dall’ottenimento della Docg, ha visto crescere il Consorzio dei produttori di pari passo con la qualità e la notorietà del Vino Nobile. Un significativo balzo in avanti che racconta di una storia solida e intessuta di successi, non solo vinicoli ma anche territoriali.
Il Nobile di Montepulciano, infatti, tra valori patrimoniali, fatturato e produzione vale oggi qualcosa come 500 milioni di euro. In oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni è il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150.000 euro) e 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante, per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati. A coltivare questi vigneti, 230 viticoltori (90 gli imbottigliatori, dei quali 76 associati al Consorzio). E nel 2015 sono arrivate sul mercato 7 milioni di bottiglie di Vino Nobile ( 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano Doc), con una quota destinata all’estero pari all’80% di prodotto, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia.
I primi “segnali” più vicini nel tempo del Vino Nobile di Montepulciano arrivano grazie alla famiglia Fanetti, primo produttore di questa tipologia, che nel 1925 ne produsse una primissima partita. Nella Mostra-Mercato dei Vini Tipici e Pregiati di Siena, nel 1931, fu Tancredi Biondi Santi che ne mise in evidenza le caratteristiche e la sua probabile fortuna futura. Nell’edizione del 1933 della Mostra-Mercato Nazionale dei Vini Tipici e Pregiati, la Cantina Fanetti presenta un vino che può essere considerato il “primo” Vino Nobile di Montepulciano, tanto che altre aziende cominciarono le prime timide produzioni e nel 1937 venne fondata una Cantina Sociale per raccogliere la produzione frammentaria dei piccoli coltivatori.
Per innescare il suo sviluppo vero e continuo bisogna aspettare il 1965 con la fondazione del Consorzio dei produttori e, appunto, il 1966 con l’arrivo della Doc. Ma per comprendere meglio questa crescita e questa evoluzione, la prova più semplice resta sempre quella del bicchiere. E così, fra le molte iniziative che festeggiano i 50 anni della denominazione poliziana, il Consorzio ha giustamente organizzato un degustazione verticale che dal 1966 raccontasse la denominazione e questo rosso robusto ed elegante.
“Colore granato, sapore asciutto leggermente tannico, profumo di mammola, gradazione alcolica non inferiore ai 12 gradi”. È così che il primo disciplinare, firmato il 12 luglio 1966 dall’allora presidente della Repubblica Saragat, voleva il Vino Nobile di Montepulciano. E così che, certo nella sua evoluzione nel tempo, torna a vivere nei bicchieri di questa degustazione. E si tratta di un assaggio per certi versi sorprendente, capace di restituire uno splendido rosso tutto toscano, che, fin dalle annate più vecchie, dove erano ancora in uso i vitigni bianchi e le botti grandi di castagno, ha raccontato una storia, pur nelle evidenti differenze di realizzazione dei vini, avvincente e coerente, che pone il Nobile di Montepulciano, davvero perché c’è stata la prova del bicchiere, fra i grandi rossi da invecchiamento. E vediamoli dunque.
Straordinaria tenuta nel tempo per il Vino Nobile di Montepulciano 1966 di Contucci un vino che è evoluto magicamente, restituendo note di ferro e china, ma anche di agrumi e foglie secchi di incredibile complessità. Non meno convincente la bocca, contrastata ancora dinamica e di bella freschezza. Un po’ più sottotono (ma probabilmente la bottiglia non era a posto) Il Vino Nobile di Montepulciano 1970 di Fanetti, subito riscattato dal Nobile 1975 dello stesso produttore. Un vino dai profumi nitidi e articolati, dai bellissimi ricordi di polpa di arancia e leggeri cenni speziati. Bocca di grande energia, gustosa e profonda. Ancora un altro grande sorso arriva dal Nobile di Montepulciano 1979 di Boscarelli, un vino contraddistinto da chiaro-scuri e improvvisi cambi di passo, dalla lunghezza quasi imbarazzante. Solido e coerente testimone della sua annata il Nobile di Montepulciano 1986 di Bindella, succoso e tendenzialmente sapido, dai profumi definiti di fiori e spezie. Semplicemente grandioso il Nobile di Montepulciano Vigneto Caggiole 1988 del Poliziano un vino che l’azienda di Federico Carletti non produce più, e che verrebbe da dire che è un grandissimo peccato. Grintoso quasi salato in bocca, evidenzia profumi integri di iodio e macchia mediterranea. Austero e seducente il Nobile di Montepulciano 1995 della Tenuta di Gracciano sostanzioso e dagli aromi freschi e intensi. Più largo che profondo il Nobile di Montepulciano 1995 del Poliziano, un vino per certi versi quasi “suddista”. Molto fruttato e voluminoso il Nobile di Montepulciano 1999 di Bindella, mentre emerge per personalità e integrezza il profumatissimo Nobile di Montepulciano Vigna d’Alfiero 1999 della Tenuta Valdipiatta.

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