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500 ANNI A PALAZZO … LIBRO E MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA, DALL’11 MAGGIO AL 13 LUGLIO, CELEBRANO CON ORGOGLIO I “CINQUE SECOLI” DELLA FAMIGLIA ANTINORI, UNA DELLE ECCELLENZE DEL VINO ITALIANO NEL MONDO, NEL LORO PALAZZO RINASCIMENTALE DI FIRENZE

I Marchesi Antinori, una delle eccellenze del vino italiano, celebreranno l’11 maggio i cinque secoli del loro palazzo rinascimentale di Firenze, con un libro e una mostra d’arte contemporanea. WineNews è in grado di anticipare l’evento, il libro e le diverse tappe della famiglia, che ha rilanciato il vino italiano nel mondo …
L’inizio
In un freddo mattino del febbraio 1506, Niccolò di Tommaso Antinori, uno degli uomini più ricchi e stimati della città, per sancire la dignità acquisita dal proprio casato, acquista in Firenze per la cifra di 4.000 fiorini “larghi e grossi” Palazzo Boni, prestigioso edificio progettato da Giuliano da Maiano alla fine dell’attuale centralissima via dei Tornabuoni: un “palazzo con sale, camere e uffici, pozzo e volte e con tutti i suoi abituri e pertinenze e, posto in luogo e nella parrocchia di San Michele”, dove si trasferisce a vivere con l’intera famiglia.
Austero ma non altero come la famiglia che lo va ad abitare, da quel giorno il palatium rinascimentale, situato nel prestigioso quartiere di Santa Maria Novella e considerato una delle più monumentali residenze aristocratiche della Firenze medicea nella seconda metà del Quattrocento, diventa la dimora e il quartier generale del nobile casato degli Antinori, sancendo una tradizione e un matrimonio ideale rimasti ancora oggi, dopo cinquecento anni e 26 generazioni, immutati.
Due celebrazioni per un anniversario
Per celebrare questo significativo anniversario i Marchesi Antinori, come impeccabili padroni di casa, aprono le porte del loro splendido palazzo con una mostra d’arte contemporanea (11 maggio/13 luglio 2007) dal titolo “Per Bacco!”, omaggio alla magica alchimia del vino, cuore dell’attività di famiglia, le cui radici affondano ancor più oltre nel tempo, nel lontano XII secolo, e con un elegante volume scritto dal marchese Piero Antinori ed edito da Alinari, dedicato alla storia di Palazzo Antinori e dei suoi proprietari, che sarà messo in vendita al pubblico.
La mostra
Nella corte interna di Palazzo Antinori, vengono esposte le opere di 21 artisti contemporanei (venti pittori e uno scultore) invitati dalla famiglia Antinori a svolgere in piena autonomia di linguaggio, un’opera dedicata al dio Bacco, per celebrare con la loro personale visione questo speciale anniversario. La magica alchimia del vino viene così espressa, tra gli altri, nella visione intima e familiare di “Bacco e Arianna”, opera realistica di Enzo Prestileo; nell’inno al piacere rappresentato da Giovanni Tommasi Ferroni, con un “Trionfo di Dioniso” popolato di simboli onirici; nell’interpretazione espressionista e dissacrante degli “Intenditori” di Enrico Robusti o, infine, ne “Il Bacchino è ubriaco” di Luisa Albert, efebico fanciullo di tradizione inglese preraffaellita.
Il libro
In parallelo, prende corpo la pubblicazione del volume “Futuro antico - Storia della famiglia Antinori e del suo Palazzo”, dove vino e nomen risuonano nei secoli come la costante della famiglia fiorentina. Un progetto fortemente voluto dallo stesso Marchese Piero Antinori, cha ha scelto di rendere un personale omaggio al cinquecentenario scrivendo di suo pugno imprese e traffici di avi e antenati fuori e dentro quelle possenti mura in bugnato. Al suo interno, saggi e testi che lo compongono lasciano trasparire quel giusto orgoglio che una famiglia di imprenditori-vignaioli come gli Antinori merita di poter esprimere per un così grande e duraturo successo.
La Famiglia
Una narrazione che procede per quadri cronologici, dal tempo in cui gli Antinori da residenti nel Castello di Combiate, vennero in Firenze nel tardo Medioevo, prendendo dimora Oltrarno: impegnati nel commercio della lana e della seta, si iscrissero all’Arte dei Vinattieri solo successivamente, nel 1385, data che segna il primo vero legame con il mondo del vino.
L’ascesa degli Antinori tocca i suoi massimi sul finire del Quattrocento, gli anni della Florentia bella, e del governo di Lorenzo il Magnifico, quando la famiglia diviene un punto di riferimento della vita pubblica della città e, con Niccolò di Tommaso, decide di fare una “scelta di immagine” acquistando un palazzo nella zona più nobile della città e proprietà terriere (come il podere di San Lorenzo alle Rose o la Villa di Bellosguardo) in campagna.
Sono quegli stessi anni, a cavallo tra XV e XVI secolo, in cui si consolidano e istituzionalizzano tecniche di produzione del vino e di vendita del prodotto, che rimangono pressoché inalterate nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.
Documenti storici e curiosità all’interno del volume raccontano come “Chi aveva villa in Chianti e palazzo in città, faceva vendita diretta attraverso porticine che avevano la dimensione di un fiasco, una ancora visibile sul fianco di Palazzo Antinori. Da questa tradizione poi Niccolò Antinori prese spunto per creare nel 1957 la Cantinetta Antinori, che ancora oggi offre in città cibi e vini di qualità”, e che tra i membri della famiglia nel corso dei secoli si incontrano, oltre a banchieri, commercianti e imprenditori, senatori, condottieri, uomini di lettere o dediti alle arti liberali, fino alla più recente nascita, nell’Ottocento, delle “Cantine dei Marchesi Lodovico e Piero Antinori”, che corona definitivamente l’attività aziendale della famiglia.
Il marchese Piero Antinori è attualmente il proprietario del leggendario palazzo, tuttora gelosamente custodito dalla famiglia che già per lunghi secoli lo ha preservato dalle ingiurie del tempo e degli uomini. Il destino vuole poi che siano tre donne, le figlie Albiera, Allegra e Alessia, a coadiuvarlo oggi nella sua attività, allo stesso modo in cui, cinque secoli prima, fu una donna, la madre di Nicolò, a consigliarlo nell’acquisto del futuro Palazzo Antinori: un ulteriore segnale di buon auspicio per l’attività dei Marchesi Antinori che, partendo dai terroir di Toscana, hanno saputo diventare un punto di riferimento mondiale nella produzione del vino italiano di qualità.

In particolare - La mostra “Per Bacco!”: chi sono gli artisti e le opere
Enzo Prestileo - Bacco e Arianna
Giovanni Tommasi Ferroni - Il trionfo di Dioniso
Enrico Robusti - Gli intenditori
Normanno Soscia - Bacco fanciullo con carro di festanti
Antonio Possenti - Bacco alle Galapagos
Alessandro Romano - Bacco
Patrizia Comand - Aspettando Bacco
Gaetano Castelli - L’autunno del soldato
Giuseppe Lauria - Per Bacco
Camilla Ancilotto - Divin’età
Edi Brancolini - Ombre di pensieri che se ne vanno
Fabrizio Riccardi - Mouche
Rocco Forgione - Alveare
Walter Jervolino - Bacco Turco
Giorgio Ramella - Donna Orientale
Luisa Albert - Il Bacchino è ubriaco
Carla Bedini - Il dono
Docmio - Il Baccone
Alfio Presotto - Baccante
Marco Silombria - Michelangiolesco 2
Luigi Benedicenti - Bacco-Autoritratto
La mostra (ingresso gratuito; info: 055/23595), curata dalla Galleria Davico di Torino di Emilio Gargioni, in Palazzo Antinori, per i “500 anni a Palazzo”, sarà aperta dall’11 maggio al 13 luglio 2007 (dalle ore 8,30/20, orario continuato; sabato: ore 8,30/12). La domenica e le festività la mostra è chiusa.

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