La passione per il vino ha fatto fare un vero e proprio boom alle enoteche di Bologna e dintorni, più che raddoppiate in poco meno di dieci anni (+147,9% in 8 anni, da 48 a 119). Ma anche la Capitale Europea della Cultura 2019 ha visto crescere in maniera esponenziale i locali dove degustare una buona bottiglia di vino: negli stessi anni, le enoteche della Provincia di Matera sono passate da 28 a 50 (+109,1%). A seguire, con più aperture, ci sono Mantova (+78,6%, da 28 a 50), Prato (+76,5%, da 17 a 30) e Trieste (+70,6%, da 17 a 29). È la curiosità che emerge dall’identikit delle enoteche italiane, elaborato dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia su dati Registro Imprese e Aida - Bureau van Dijk. In totale, nel Belpaese si contano 7.278 enoteche, cresciute del +14% nel 2010-2018 (+8,7% solo negli ultimi 5 anni, mentre sono stabili nell’ultimo anno), un comparto che impiega oltre 7.800 addetti, per un giro d’affari che supera i 280 milioni di euro in un anno.
Guardando la concentrazione di enoteche nelle singole città, i primi 10 Comuni in Italia, per numero di localizzazioni attive, sono Roma, al primo posto con 340 enoteche, Napoli (231), Milano (134), Torino (115), Firenze (89), Genova (85), Venezia (68), Palermo (60), Bologna (59), Bari (55). Tra le Province per imprese, troviamo invece Napoli (547, +7% in 8 anni), Roma (486, +24%) e Milano (256, +43%). A seguire ci sono Torino (229, +27,9%) e Bari (196, +12%).
Guardando dietro al bancone, il 26,7% delle enoteche italiane è guidato da una donna, e l’11,8% da giovani. Considerando le sedi di impresa (che possono avere più localizzazioni) e i territori con più di 50 attività nel settore, ci sono più donne a Taranto (47,5% delle 59 imprese), Caserta (40,6% su 106 imprese), Pisa (37% delle 54 imprese), Como (35,3% delle 51) e Catania (33,8% delle 68 imprese). Ci sono invece più giovani a Taranto (25,4% delle 59 sedi di impresa), a Catania (22,1% su 68 imprese), Caserta (17% su 106 imprese), Lecce e Bari (16% delle 73 e 141 imprese). Più stranieri, infine, a Firenze (10,4%) e Roma (9,1%).
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