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Il Messaggero

Vitigni autoctoni & altro - Rosso di Sant’Agata, ideale per carni bianche ... Che negli ultimi tempi i vitigni autoctoni siano tornati a far prepotentemente parlare di loro, lo sanno persino gli infanti del verbo enologico. Che questo "attaccamento alla patria" abbia portato a dispute ideologiche sempre più accese con gli amanti del bere internazionale (leggasi soprattutto chardonnay, cabernet sauvignon, syrah e merlot) è ormai altrettanto assodato. Ma, mai come adesso, l'attenzione alle uve da sempre radicate sulla nostra penisola ha portato a sinergie comunicative, culturali e mercantili senza precedenti, a precisa testimonianza dell'interesse suscitato dal tema.
La scorsa settimana a Roma, per dirne una, è stato presentato il progetto triennale "Vino è": un'iniziativa dell'Unavini, condotta anche grazie ai contributi della Comunità Europea, tesa a promuovere e divulgare in tutto il Paese il verbo dei nostri vitigni autoctoni, con l'ausilio di pubblicazioni, convegni e degustazioni guidate (da oggi fino al 18 maggio, ad esempio, al Cafè Doney dell'Hotel Principe di Savoia di Milano). Il tutto mentre a Conegliano la Carpenè Malvolti riuniva esperti e produttori per un seminario che verteva sostanzialmente sullo stesso tema, e che proponeva anche una degustazione di vini stranieri ottenuti da uve specificamente legate ad altre nazioni.
Non dimenticando, in tutto questo, la novità presentata nei giorni scorsi, sempre nella capitale, da Mastroberardino. Che poi di vera e propria novità non trattasi: visto che il nuovo prodotto aziendale di cui tanto si è parlato, il Villa dei Misteri, si rifà addirittura a stili e concezioni dell'antica Pompei. Con l'utilizzo di due vitigni tipicamente campani come il Piedirosso e lo Sciascinoso.
Lo stesso piedirosso che, unito ad un'altra grande uva del sud, l'aglianico, ritroviamo nel Rosso di Sant'Agata dei Goti Conte Artùs 2000 di Mustilli (10 euro), azienda celebre soprattutto per la sua Falanghina. Rubino-violaceo all'occhio, muove al naso con ricordi di viola, spezie, frutti di bosco e ciliegia. In bocca è serbevole, equilibrato, piacevole, pulito, dal tannino modulatissimo. Perfetto su pastasciutte al ragù di carni bianche, salumi e pollame alla cacciatora.

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