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La Repubblica

Maculan, come inventarsi un vino per fare concorrenza ai francesi ... Ha "inventato" un vino e lo vende in 50 paesi del mondo. Battendosi testa a testa coi francesi sul terreno di scontro dei vini da meditazione e dessert. Al Sauternes d’Oltralpe Fausto Maculan, terza generazione di viticoltori veneti, è riuscito a contrapporre il suo Torcolato, fluss and gold, oro colato, come l’hanno ribattezzato gli inglesi, tra i primi ad apprezzare le bottiglie di questa Doc, diventata uno dei simboli del made in Italy. Poco importa che i due vini si differenzino per procedura, il francese, infatti, è un muffato, frutto della muffa nobile, mentre l’italiano è un passito, diventa cioè dolce dopo un periodo di appassimento delle uve. Il risultato lo dicono i dati di mercato: il Sauternes italiano, come è noto ovunque, vende 130.000 bottiglie all’anno, per il 54% provenienti dalla cantina dei Maculan, che con altri vini fattura oggi 5 milioni di euro, per il 17% da vini dolci, compreso un muffato. All’inizio Maculan era l’unico produttore di Torcolato, l’inventore appunto di questo marchio di passito ricavato dall’uva vespaiola, vitigno autoctono di Breganze, la cittadina in provincia di Vicenza che ha dato vita a questo fenomeno enologico. E dove ogni anno si tiene la tradizionale festa in piazza della prima torchiatura: quest’anno è il prossimo weekend. «Un prodotto della terra, che già si faceva a inizio secolo, ma con i vecchi sistemi», racconta Fausto Maculan. Alle damigiane del bisnonno, Fausto contrappone eleganti etichette, frutto di un mix di tradizione e tecnologie, i nuovi procedimenti di cantina che alla vecchia "melassa" stucchevole sostituiscono un vino per palati raffinati. «Ci sono voluti anni per mettere a punto il vino giusto», spiega. Ma poi il successo è assicurato. «Tutto merito del flop del Picolit spiega Maculan il vino friuliano che aveva riacceso per primo i riflettori sul vino dolce, un tempo finito in ombra: tutti volevano fare Picolit anche da noi, ma non tutti lo facevano buono». L’intuizione di Fausto Maculan va invece tutt’altra direzione: fare un vino unico, che non si confonda con nessun altro, strettamente legato al territorio, ai profumi e sentori della terra di produzione. In poche parole, marketing territoriale, il brand legato a un’area geografica: oggi è considerato normale, ma allora, agli inizi degli anni ‘70 pochi pionieri avevano capito e copiato quello che è sempre stato il punto di forza dei francesi. La prima segnalazione risale al 1976, a firma Gino Veronelli. E da allora, un susseguirsi di segnalazioni. Innovativa è anche l’idea di legare la diffusione del marchio alla grande ristorazione e all’hotellerie di alto livello, il primo canale distributivo del Torcolato. A partire dal ristorante di Gualtiero Marchesi, altro pioniere, della cucina di alta qualità. Per questa via dalla piccola Breganze il Torcolato è finito sulle tavolate di Usa, Germania, Finlandia. E adesso anche Giappone e Cina.(arretrato di "La Repubblica - Affari & Finanza" del 17 gennaio 2005)

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