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Il Messaggero

Business in botiglia - Vino, segnali di ripresa dalla settimana toscana: tira il Brunello ed è in rimonta il Chianti Classico, che aumenta le vendite del 3% ... Notizie tutto sommato positive per il comparto del vino italiano di qualità dalla settimana di “vernice” delle grandi denominazioni toscane. L’andamento di mercato, dopo un triennio decisamente difficile, è tornato più confortante per il Chianti Classico, mentre il trend resta sodisfacente per per il Brunello di Montalcino, che nel 2004 coglie un volume d’affari sui 143 milioni, mentre in zona continua la crescita del valore dei terreni. E, in controtendenza rispetto ad altre aree in ridimensionamento di valutazioni e ferite dala crisi, non ci sono in vista cessioni di aziende agricole. Come prova il viaggio a vuoto dei rappresentant di alcuni fondi d'investimento esteri, giunti con l'obiettivo di acquistare terreni vitati, ma tornati a casa a mani vuote.
«Il periodo più difficile è alle spalle: per il 2005 stimiamo una crescita delle vendite del 2-3%», aferma dal canto suo Giovanni Ricasoli Firidolfi, presidente del Consorzio del Marchio Storico del Chianti Classico.

«I dati - ha spiegato Ricasoli Firidolfi - mostrano piccoli segnali di ripresa: per la prima volta da 4 anni registriamo volumi in crescita dell'1%, con quasi 140 milioni di bottiglie vendute nel 2004». Un aumento favorito anche dal calo di prezzo del vino sfuso, oggi tra 180 e 220 euro al quintale. «Siamo vicini alla soglia di non remunerazione - ha spiegato il presidente del Consorzio - ma questo ci ha permesso di recuperare terreno, specie in presenza di annate particolari come il 2002».

Il Consorzio (540 soci e 8500 ettari di vigneti) incassa con soddisfazione una crescita della domanda interna del 3% rispetto al 2003. Soffre però ancora l’export, la cui quota prodotto passa dal 61% al 58%. I principali mercati esteri restano gli Usa con il 27% dell’export totale, la Germania con il 24%, la Svizzera con il 14%, l' Inghilterra con il 12% ed il Giappone con il 6%. Ma per il futuro si guarda a Cina, Russia, India, paesi scandinavi ed Est Europa.

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