La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Summit a Siena per scoprire il Dna in bottiglia. Un nuovo metodo per scovare l’uvaggio “padre” che ha generato il nettare … Ultima evoluzione del test del Dna già applicato con successo a tutto il germoplasma viticolo toscano, custodito in una banca dati completa per ciascuna varietà coltivata - verrà presentato a Siena domani alle ore 10 presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università, in occasione della 40esima edizione della “Settimana del Vino” di Enoteca Italiana in programma da ieri al 5 giugno.
Derivata dalla ricerca sulle piante, la tecnica di “fingerprinting”, ovvero delle impronte digitali, sperimentata dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università degli Studi di Siena mira ad accertare l’identità genetica dei vini. “E’ un metodo in corso di perfezionamento, molto promettente”, spiega Rita Vignai, docente del corso di Scienze Biologiche e di un corso di interfacoltà di Biotecnologia su piante transgeniche. “I nostri primi test del Dna sulla vite - dice - risalgono agli Anni 90 e abbiamo cercato di trasporre questo expertise al tema della tracciabilità di prodotti alimentari. In particolare l’obiettivo è una tracciabilità molecolare che permette di individuare un quid da aggiungere alla qualità del vino. E quindi una ulteriore garanzia su provenienza e origine del prodotto.
Un’ operazione complicata che inizia con l’estrazione degli acidi nucleici e richiede una serie di passaggi prima di giungere a conclusione. I dati rilevati vengono elaborati in video e poi sul web. I risultati? Se ne potranno apprezzare importanza e prospettive in questo fine settimana a Siena. (arretrato del Quotidiano Nazionale - La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino del 20 maggio 2006)