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La Repubblica

Vendemmia, l’annata del poco ma buono ...
La Coldiretti: un miliardo di euro perduti per siccità e alluvioni. Emilia-Romagna e Puglia le regioni più colpite. Sicilia in gran forma. Produttori al via tra ritardi e timori: “Mai visto un clima così capriccioso”. L’estate è trascorsa passando da ipotesi di raccolti eccezionali allo stato di calamità. Tra qualche settimana parleranno gli enologi, ora a dire la loro sono le vigne e i vignerons... Milano - Poco ma buono. A metà tra l'augurio e le previsioni, i produttori italiani si interrogano sul vino che sarà. Mai come quest’anno, l’andamento climatico ha fatto sperare e disperare: nell’arco di pochi giorni, si è passati da un’ipotesi di vendemmia eccezionale alla richiesta dello stato di calamità, passando da caldi siccitosi a piogge infinite, sbalzi di temperatura e rialzi di vento. Il tutto, potendo fare poco o nulla, al di là delle pratiche ben poco segrete che i vignaioli adottano, un po’ per cautelarsi e un po’ per filosofia personale. Se tra qualche settimana saranno gli enologi a parlare (e agire), in questi momenti il vino è ancora solo ed esclusivamente una questione di vigne e sensibilità. Il momento magico e terribile in cui tocca decidere quando far partire la vendemmia è atteso e temuto da tutti i vignerons, ognuno con il suo personalissimo codice di decifrazione del tempo (meteorologico) e dello stato delle uve. Roberto Voerzio, produttore-culto di Barolo, racconta la sua ricetta: “Ho da poco finito il primo diradamento delle uve, tra dieci giorni comincerò il secondo. In questo modo, i grappoli respirano, possiamo asportare quelli danneggiati dalla grandine di inizio estate o addirittura togliere i singoli acini rotti, che inquinerebbero la qualità del mosto. Ora l’uva è bella gonfia, ha bisogno di sole. Se avremo un settembre asciutto, faremo un Barolo anche migliore dell’ultimo”. Se in Piemonte si cammina in punta di piedi e con il naso per aria, in Sicilia l’unica precauzione è preservare l’uva da troppo calore. A Contessa Entellina, dove ha appena avviato il rito della vendemmia notturna, Antonio Rallo regala allegria a piene mani: “Siamo davvero fortunati, abbiamo un clima che raramente fa le bizze. A luglio, sono stato tre volte al nord per lavoro e mi sembrava che l’Italia si fosse capovolta, perché lì trovavo temperature più alte che giù da noi… Ad agosto, invece, il termometro è salito, ma è rimasto nella media degli ultimi anni. Abbiamo cominciato la vendemmia con un ritardo che va da una a due settimane. Contiamo di avere vini con un ottimo equilibrio tra struttura e corredo aromatico”. Al di là delle valutazioni mirate alle singole zone, secondo la Coldiretti bisogna fare i conti con un bilancio nazionale di almeno un miliardo di euro di perdite, determinate dal mix esplosivo di temporali e siccità che ha segnato per gran parte l’estate 2006: primi nella lista dei danneggiati Emilia-Romagna e Puglia. Malgrado i guai, saranno comunque queste le regioni che contenderanno a Veneto (storico campione di rendimento) e Sicilia la palma di area più produttiva. Ma soprattutto, a contare sarà la qualità: per questo, dalle vigne della Val d’Aosta a quelle della Sardegna si alza la medesima preghiera al dio dei vini: che non manchi mai il sole, da qui al momento di imbracciare cesti e forbici. Il resto, ce lo racconteranno le bottiglie.

Tocai addio
Tocai addio, almeno in Italia. La Corte Europea ha accolto il ricorso ungherese e così da ieri il bianco del Friuli si chiamerà friulano.

Bianche

Chardonnay
(Tiefenbrunner) - Uva ottima e abbondante in Sicilia, senza pioggia sarà una buona annata anche al nord.
Sauvignon (Rosa Bosco) - I produttori più attenti e impegnati nella cura delle vigne sono riusciti a rimediare in parte ai guai del maltempo.
Zibibbo (Donnafugata) - L’uva principe dei vini da dessert ha goduto del clima stabile e benevolo dell’isola di Pantelleria. Vermentino (Capichera) - Notizie contrastanti dai principali territori di produzione: cattive in Liguria e buone in Sardegna.

Rosse
Nebbiolo (Voerzio) - La grandine ha provocato danni. Alcuni produttori di Barolo intendono declassare parte delle uve.
Nero d’avola (Tasca d’Almeria) - Dopo i timori dei giorni scorsi qualche grado in meno eviterà di anticipare la vendemmia.
Corvina (Masi) - Una tromba d’aria nel veronese ha danneggiato i vigneti dell’uva dell’Amarone. Si spera nel Sole.
Sangiovese (Colombini) - In zona Brunello e in zona Montepulciano la qualità è ottima con probabile rialzo dei prezzi.
Autore: Licia Granello

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