02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Corriere Della Sera

Neppure i marziani credono alla cucina in tv ... Enogastronomicamente parlando, i marziani ridono di noi. Ci trovano un po’ ridicoli, quando ci riempiamo la bocca di lardo di Colonnata o quando roteiamo il calice sospirando di aromi fruttati, di note di vaniglia, di combinazione accattivante di freschezza e maturità. C’è da dire che i marziani ci conoscono solo attraverso la tv, non sanno che dal “vero” siamo diversi. Però loro vedono tutti i nostri canali - analogici e digitali -, vedono tutte le trasmissioni in cui si parla di cibo e divino, conoscono a memoria i nomi dei nostri più illustri spadellatori.
Loro, i marziani, sono convinti di due cose. Che come tutti gli ex poveri adesso ci comportiamo da neoricchi: esageriamo, tendiamo alla caricatura nel fare i ricercati, apprezziamo solo cibi e vini “firmati”. Che la tv fa male al cibo: quando lo mostra e quando ne parla. Per un semplice motivo: la tv non fa educazione alimentare ma turismo gastronomico, è più preoccupata degli sponsor che della salute del cittadino. I marziani sono molto amici di Carlin Petrini, presidente emerito di Slow Food (una delegazione, in incognito, partecipa a Terra Madre) e proprio Petrini ha spiegato loro che la tv continua a propinarci programmi totalmente avulsi da quei saperi contadini che ci hanno consegnato straordinari patrimoni gastronomici. Però i marziani Però i marziani non demordono e hanno avuto l’ardire di ribattere: “Ma non è un po’ colpa tua, non sei stato tu a inventare il mangiar bene, i tre bicchieri, la difesa del territorio?”.
E' un gesto di amicizia il loro, una schermaglia intellettuale perché anche su Marte c’è un presidio Slow Food. Petrini li abbraccia e ripete loro: “Guardate che il grande merito di Slow Food è stato quello di trascinare il dibattito sull’agroalimentare e sulla gastronomia fuori dai salotti borghesi per portarlo dentro il cuore vivo delle tradizioni popolari”. Così, anche i marziani si sono convinti che su un grande sogno - il piacere del mangiare unito alla concretezza della salvaguardia dei prodotti tipici - si può fondare una prassi vincente: la cultura del fare bene. Loro, da attenti importatori, sono consapevoli che solo con l’eccellenza la “piccola” Italia può sperare di svolgere ancora un ruolo nel mercato intergalattico e difendere un patrimonio enogastronomico unico nell’universo. I marziani non guardano solo la tv, hanno anche letto il libro di Petrini Buono, pulito, giusto.
Principi di nuova gastronomia e ne hanno tratto questa considerazione: che invece di annusare un calice di vino, dandosi tante arie, è più importante rispettare le culture del territorio, riscoprire i gusti atrofizzati, valorizzare il lavoro dei campi. Su Marte campeggia questo cartello: “Se nutrirsi è un atto agricolo, produrre deve diventare un atto gastronomico”. Ma noi non vediamo la tv marziana.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su