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La Repubblica

Turco: migliorare la qualità dei cibi negli ospedali ... Torino, al Salone del Gusto il ministro ha annunciato l’apertura di un “tavolo tecnico” con Slow food. “Cambiare la politica della salute”... Il ministero della Sanità e l’associazione Slow Food formeranno un “tavolo tecnico” che avrà tra i suoi primi obiettivi il miglioramento dell’alimentazione per i pazienti degli ospedali italiani. E’ la proposta fatta ieri e accettata, al Salone del gusto, dal ministro Livia Turco a Carlo Petrini, fondatore dell’associazione e attuale presidente di Slow Food internazionale. Cibi freddi, poco a appetitosi o addirittura cattivi. Per il 50% dei pazienti in corsia si soffre anche di questo.
Lo rivelano alcune indagini, tra cui una recentemente condotta dalla Fesin (Federazione italiana sanitaria di nutrizione), illustrate ieri al Salone del gusto da dietologi. E lo scarso appagamento a tavola, se non addirittura errori nelle diete, allunga i tempi di degenza e, quindi, aumenta i costi della sanità pubblica. Per guarire, sostengono i nutrizionisti, ma anche i gastronomi, come si definisce Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, tra le medicine c’è anche il buon cibo. E proprio l’associazione, in collaborazione con la Regione Piemonte, due anni fa ha avviato il progetto “Il gusto per la salute” nell’ospedale San Giovanni antica sede di Torino. Ed è stata scritta la “Carta dei diritti del piacere, della convivialità e della qualità dell’alimentazione del malato”. Un’iniziativa che il ministro della sanità vuole estendere a tutti gli ospedali.
Per la Turco sarà utile rivedere anche gli orari scelti per servire i malati, fatti solo in funzione dell’organizzazione del personale e non delle esigenze del malato. “Non è certo una stravaganza, né un dettaglio, e neppure un lusso - ha osservato - porsi l’obiettivo di migliorare la qualità dell’alimentazione in ospedale. E’ uno dei tanti obiettivi di un programma più ampio, per ammodernare e umanizzare la sanità, mettendo il malato al centro dell’interesse. Il governo - ha aggiunto la Turco - è impegnato a cambiare radicalmente la politica della salute e ha stretto un patto con le Regioni”.
Migliorare la nutrizione “può ridurre fino al 40% il periodo di degenza - sostiene Andrea Pezzana (del San Giovanni antica sede) - e del 50% quello di complicanze”. Maria Antonia Fusco (Associazione italiana nutrizione clinica), ha fatto il quadro dei mali delle mense ospedaliere: “Alimenti scotti, di scarsa qualità, mancanza del rispetto delle diete spesso scontentano i malati: un’indagine condotta in venti ospedali italiani ha rivelato che il 49,7% si sente malnutrita e un altro 32,8% pensa di essere a rischio malnutrizione”.
(arretrato de La Repubblica del 30 ottobre 2006)

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