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La Nazione

La sfida per il vino è mantenere prezzi competitivi ... Nel 1998 l’importazione del vino raggiunse i 23 miliardi di euro. Finalmente il lungo Risorgimento del vino italiano conseguiva il suo grande traguardo che era sempre stato quello di competere con i grandi vini francesi nel mercato internazionale. Poi ci sono stati anni di calo, ma da qualche tempo il vino italiano è in netta ripresa. Tutto è partito con il mercato americano, dove per mandare qualche segnale di antipatia per i francesi, si è cominciato a preferire i vini italiani. Nei 2005 e poi nel 2006 l’export italiano nel mercato Usa ha toccato il miliardo di dollari. Ora i dati appena pubblicati dall’Ice (Istituto per il Commercio Estero) parlano di un vero e proprio successo dei vini italiani nel mondo. Il vino made in Italy ha toccato il record di oltre 7 miliardi di euro.
Rispetto al 2005 c’è stato un salto in avanti dell’8,2% rispetto alla quantità di ettolitri esportati e un 4,5% in più rispetto ai valori monetari. Sono dati molto confortanti anche perchè dimostrano che è in atto una ripresa economica e che il vino italiano di qualità può sfruttare questa ripresa solo se si adegua con i prezzi. Per raggiungere l’export e fronteggiare la concorrenza non basta la qualità, occorre anche contenere i prezzi. Le aziende italiane che hanno trovato un buon rapporto tra qualità e prezzo sono state premiate su tutti i mercati esteri. Naturalmente per poter sostenere a lungo la concorrenza dal lato dei prezzi bisogna cercare di razionalizzare al massimo i processi produttivi e coordinare le azioni di penetrazione dei mercati con adeguate campagne di promozione del vino made in Italy, sfruttando ciò che sta nello sfondo dei vini italiani: la buona cucina, l’arte, i paesaggi, la cultura. Le nostre aziende sono tante, forse troppe, e certamente troppo piccole.
C’è una frammentazione strutturale delle imprese viticole che colloca l’Italia agli ultimi posti nel rapporto superfici-produttori. Se questo è uno svantaggio in termini di costi di produzione, non lo è dal lato della varietà e qualità dei prodotti. Se la ripresa economica toccherà anche il mercato interno italiano, il successo sarà ancora più consistente.

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