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Il Sole 24 Ore

Cannonau, elisir di qualità ... Lo studio. Il vitigno (che sarebbe autoctono e non spagnolo) secondo “Nature” può allungare la vita
E anche il Carignano del Sulcis conosce una stagione di rinascita... Che fosse una sorta di elisir di lunga vita, nelle zone interne della Sardegna, lo avevano sempre saputo. O, quanto meno sospettato. Ma la conferma, arrivata dalla prestigiosa e serissima rivista “Nature”, forse, non se la sarebbe aspettata nemmeno tziu Giovanni Frau, l’agricoltore di Orroli che nel 2003 (l’anno in cui mori) risultò essere addirittura l’uomo più vecchio del mondo. Insomma: un sorso al giorno di buon Cannonau fa bene alla salute e allunga la vita. La stretta correlazione fra la longevità di alcune popolazioni della Francia e della Sardegna e il consumo di vino rosso è stata provata dallo studio condotto da Roger Corder con altri sei ricercatori della Queen Mary’s School of Medicine di Londra. Ma non basta. Perché se era noto che il vino rosso protegge il sistema cardiovascolare e inibisce l’arteriosclerosi, la ricerca di Corder si è concentrata sul processo di vinificazione.
Infatti in Ogliastra - zona ricca di centenari - tale processo sarebbe fatto in modo tale da favorire la formazione di polifenoli e Opcs, cui è collegata una riduzione del rischio di patologie coronariche. E, al di là, del riconoscimento doc ottenuto dalla scienza, il Cannonau avanza ulteriori primati. Lo ha rivelato la relazione che l’agronomo Gianni Lovicu tenuto qualche settimana al convegno “Vite e Vino in Sardegna” di Torino, organizzato da Ersat e Regione. Il vitigno Cannonau (che il più coltivato nell’isola occupando circa il 28% della superficie vitata, soprattutto nella zona del Nuorese) non è, come si pensava, originario della Spagna, ma sarebbe autoctono. Il Cannonau è un vitigno identico al Granacha spagnolo, al Granche francese e al Tocai rosso ma i precisi riscontri storici scovati da Lovicu con sentono di affermare che il “Canonazo” di Siviglia sempre citato come genitore del Cannonau sarebbe tutt’altro vino, addirittura un bianco e che le testimonianze storiche confermano che si parlasse del vitigno in Sardegna ben due secoli prima che apparisse l’omologo spagnolo.
Di certo resta il fatto che il Cannonau è oggi un prodotto che giustifica e legittima la sua Doc su tutta l’isola. Prezioso quello di Jerzu e Oliena, adatto all’invecchiamento, vinificato con attenzione, dà ottimi risultati quando le uve provengono da vigneti a bassa resa per ettaro e origina un vino da dessert, l’Anghelu Ruju, che non ha paura del più blasonato Porto. L’altro vitigno emergente della Sardegna è il Carignano, in forte ascesa sia qualitativa che quantitativa. La sua produzione ha salvato e rilanciato la viticoltura della zona del Sulcis. Coltivato ad alberello, spesso su fondi sabbiosi, in particolare le Cantine di Santadi e di Sant’Antioco stanno provvedendo all’imbottigliamento di prodotti notevoli per il rapporto qualità-prezzo. Un binomio che se proprio non allunga la vita, se non altro fa bene alla salute del portafogli.

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