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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

L’austero Barbaresco ideale per piatti raffinati ... Secco e austero è insuperabile a tavola nei pasti raffinati. Il suo profumo di viola è caratteristico e lo rende immediatamente riconoscibile all’olfatto. Il Barbaresco, un tempo considerato il fratello minore del Barolo, oggi è nell’Olimpo dei vini: è infatti uno dei primi quattro italiani ad avere avuto nel 1981 il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Fin dal 1966 - anno della Denominazione di Origine Controllata - ha un suo “disciplinare” che detta le norme per produrlo.
L’agronomo Domizio Cavazza, proprietario del Castello di Barbaresco, nel 1894 riunì i vignaioli della zona in una cantina sociale per proporre col nome del comune più significativo del loro territorio il Nebbiolo che fino a quel momento era confluito nella produzione del Barolo. A stimolare la creazione di un vino autonomo fu il rifiuto di unificare le due zone e difatti già nel 1933 con la legge sul riconoscimento dei vini tipici, il Barbaresco conquistò la sua autonomia dal Barolo.
Questo vino si ottiene dal vitigno Nebbiolo e nasce a nord est di Alba in provincia di Cuneo, nell’intero territorio dei comuni di Barbaresco, Treiso, Neive e nella frazione San Rocco Senodelvio del comune di Alba. Deve avere un grado alcolico di almeno 12,5 gradi ed essere invecchiato per almeno due anni, di cui uno in botti di rovere o di castagno. La tipologia Riserva ha invece un periodo di invecchiamento superiore ai quattro anni. Il Barbaresco si abbina con gli arrosti di carne bianca, il fegato d’oca, il pollame nobile, la faraona ai funghi e il fagiano in salmì.

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