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L’espresso

Dire pane al pane ... Genuino come il pane? Mica tanto. Tre produttori pugliesi sono sotto processo con l’accusa di aver venduto un prodotto industriale spacciandolo invece per pregiato pane Dop di Altamura. I presunti taroccatori sono Giuseppe Picerno, titolare del panificio ‘La Panetta’, Maria Crescenza de ‘L’Arte Bianca’ e soprattutto Vito Forte, responsabile legale di ‘Oropan’. Forte è il re del pane di Altamura e controlla il 70 per cento del mercato sfornandone 120 quintali al giorno: il suo prodotto (quasi sempre già tagliato e imbustato) arriva in tutti i supermercati d’Italia. “Ma il nostro pane è buonissimo, nessuno ha mai messo in dubbio la qualità” si difendono dall’azienda. La Procura di Bari e i Nas che hanno condotto l’indagine contestano loro però la “vendita di alimenti con segni mendaci”, sostengono cioè che avrebbero dovuto spiegare ai consumatori che quello non era il Dop. Per esserlo infatti avrebbe dovuto rispettare il disciplinare ed essere fatto come imponeva la vecchia ricetta. “Ma sulle confezioni non c’era il marchio Dop” si difendono dall’azienda. Secondo la Procura non basta: non avrebbero potuto indicare nemmeno il toponimo Altamura che traeva in inganno. L’indagine era partita proprio da un acquirente ‘depistato’: nel giugno 2005 R. G. compra nel supermercato della sua città il pane della Oropan. E non lo fa a caso. L’uomo ha una forte intolleranza al lievito di birra, sostanza non usata nell’Altamura dop. Ma che evidentemente c’era in quello taroccato. Il signore è finito infatti in ospedale. Ora è parte civile nel procedimento penale.

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