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Il Sole 24 Ore

Le obbligazioni Campari fanno il tutto esaurito ... Fondi, assicurazioni, gestioni patrimoniali e anche qualche hedge fund. Circa 300 investitori istituzionali sono arrivati da tutta Europa per acquistare il primo prestito obbligazionario emesso da Campari. Il gruppo famoso per il Crodino ha lanciato un bond da 350 milioni di euro, ma l’interesse degli investitori è stato cosi forte che gli ordini d’acquisto sono stati otto volte superiori: 2,7 miliardi di euro. Così Campari ha rotto il ghiaccio. Ha emesso il suo primo bond pubblico e ha dimostrato alle imprese di tutta Italia che esiste un’alternativa al sempre più difficile credito bancario. E sembra che tanti imprenditori si siano lasciati convincere: sul mercato si dice che ci siano molte aziende italiane medio-grandi interessate a scendere per la prima volta sul mercato dei bond per far fronte alla riduzione del credito bancario. L’emissione di Campari - indirizzata solo agli investitori istituzionali e non ai risparmiatori - è quindi a suo modo un evento. Era dai tempi del crack Cirio che le imprese italiane, escludendo una ventina di big industriali come Enel o Eni non avevano più accesso al mercato obbligazionario. La mancanza di questa importante
fonte di finanziamento, fino a due anni fa, non impensieriva nessuno: le banche infatti foraggiavano senza problemi le imprese, per cui queste ultime non sentivano la necessità di cercare fondi altrove. Ma la crisi finanziaria ha rotto, bruscamente, l’incantesimo: oggi le banche sono molto più selettive nell’erogare credito, per cui il mercato obbligazionario è diventato in tutto il mondo la valvola di sfogo per le aziende. I dati di Dealogic, che si riferiscono al mondo intero, parlano chiaro: nei primi nove mesi dell’anno il credito bancario (sotto forma di prestiti sindacati) è crollato del 50%, 31,260 miliardi di dollari, mentre le emissioni obbligazionarie sono aumentate del 42% fino ad arrivare al record storico di 1.160 miliardi di dollari. Insomma: le imprese di tutto il mondo hanno in parte sostituito le banche con il mercato.
Ma questo in Italia, fino ad oggi, non è stato possibile. Portando ancora sulle spalle il fardello reputazionale dei Cirio-Parmalat-Giacomelli bond, per le imprese medie finora il mercato dei bond sembrava inaccessibile, Ecco perché l’operazione di ieri - curata da Banca Imi, Bnp Paribas e Calyon - è un evento: riapre il mercato anche per un’impresa medio-grande come Campari che non ha neppure un rating. Ciò che sembrava impensabile fino a poche settimane fa è diventato realtà. Dato che la domanda è stata abnorme rispetto all’offerta, Campari ha anche potuto aumentare l’ammontare dell’emissione (dai 300 milioni inizialmente previsti a 350) e ha potuto “strappare” rendimenti lieve mente inferiori a quanto previsto dia fine il bond, di durata settennale, è stato emesso con un tasso ad interesse lordo del 5,475%. Insomma: Campari ha raccolto più fondi a minor costo. Forse è proprio questo ad ingolosire tante altre imprese: l’accesso facile e relativamente conveniente al nuovo credito. Eppure non è tutto oro quello che luccica. Senza nulla togliere a Campari - azienda che diversi operatori considerano solida e con un rating ipotetico di investmentgrade – il successo dell’emissione di ieri è anche il prodotto del clima a dir poco esuberante del mercato finanziario. Sul mercato c’è tantissima liquidità a costo bassissimo, iniettata delle banche centrali con misure senza precedenti. Il rapporto tra liquidità e Pil - secondo i calcoli di Morgan Stanley - è ai massimi da almeno gli anni ’80 (solo perché le statistiche non vanno più indietro). Morale: gli investitori hanno così tanti soldi che dallo scorso marzo sono tornati a investire a piene mani, snobbando troppo spesso i rischi. È per questo che le Borse sono salte del 55% dai minimi di marzo e che i titoli di Stato sono stati iperacquistati. Ed è per questo che, proprio nell’anno in cui il tasso di default è esploso dal 2,8% al 12% (secondo i calcoli di Mood’s), la domanda per i bond aziendali ha superato tutti i record del passato. Qualcuno è convinto che quella attuale sia una nuova bolla speculativa. Qualcuno è più cauto. In attesa di scoprirlo, Campari ha semplicemente approfittato di questo clima per raccogliere fondi.

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