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Corriere Della Sera

L’ex bancario astemio è il re di Wine Spectator ... “Guardi, se vuole sapere com’è cominciata quest’avventura, è meglio se parla con mio marito, è lui che ha fatto tutto qui”. La signora Enrica, da buona amministratrice, chiama Ettore Bandirola, per 45 anni dirigente dell’istituto San Paolo-Imi, fra Torino, la sua città, Roma e New York. Prima d’essere tentato dall’acquisto di un podere, Sesta di Sopra, a sud di Montalcino, nel Senese. “È stata una scelta di vita: volevo farci stare tutta la famiglia, lontano dalla città”. Ettore, fautore del miracolo del bancario astemio (“fino a 30 anni, poi ci ha pensato mia moglie, figlia d’alpino, a svezzarmi”) nel 1990 pianta una vigna, la Magistra, a 350 metri sul livello del mare, fra il caldo del sud e il fresco della Valdorcia: un microclima ideale per coccolarsi dell’ottimo Brunello, del Rosso di Montalcino, ma anche una grappa invecchiata 18 mesi in barrique. “Conti alla mano, ho pensato: il podere non ci farà diventare ricchi, ma per gestire un posto come questo sarà meglio iniziare a produrre qualcosa”. Come dire, metti che un giorno bussano alla porta e chiedono di noi. Come nel 2004, alla fiera del Consorzio di Montalcino, quando James Suckling, tasterman di Wine Spectator, la Bibbia del vino, si aggira tra gli stand del Brunello. “Suckling apre una nostra bottiglia, senza etichetta; è entusiasta ma non ci crede, vuole provarne un’altra: alla fine esplode in un: Wow, questo sì che è un Brunello!”. E Bandirola se ne torna a casa con 95 punti su 100 assegnati alle sue prime 375 casse prodotte nel ‘99: cinque anni è la distanza che passa dalla fine della vendemmia alla messa in produzione. Un lustro che comprende la raccolta dell’uva, a mano, subito portata in cantina, nel tino, a bassa temperatura: due fermentazioni, la prima a 24 gradi, la seconda a 18. “Il Brunello viene affinato nelle botti di Rovere per tre anni e, dopo averlo travasato, senza depositi, tocca alla Commissione verificare se il vino corrisponde al disciplinare del D.o.c.g.”, ripassa il bancario vignaiolo, il quale aggiunge: “Se la risposta è positiva, il vino, imbottigliato, viene fatto riposare per un anno”. Come nasca tutta questo sapere da enologo è presto detto: “Uso il metodo della banca: mi faccio consigliare e agisco”, spiega Bandirola, toscano d’adozione ormai (“qui la gente sa distinguere chi si ferma solo per investire da chi rispetta la terra”), e conosciuto in tutto il mondo: 4mila bottiglie l’anno che sui tavoli dei ristoranti di Hollywood raggiungono i 90mila dollari a Brunello. Piccoli sfizi, un sogno?
“Vengono a trovarci americani, giapponesi, gente simpatica. Una mattina si è presentato uno sceneggiatore; gli ho chiesto se era possibile riprendere il Brunello in un film”.

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