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Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Sos alcol: i bacchettoni … E i miei due bicchieri di vino … È una vita che guido: ed è dall’età della ragione (alimentare) che a pranzo bevo due bicchieri di sangiovese, trebbiano, gutturnio o degli altri splendidi vini che incontro al nord o al sud della penisola: e - facendo gli scongiuri e i toccamenti di rito - non ho mai investito nessuno. Eppure apprendo dalle tabelle ministeriali che due bicchieri di vino corrispondono a 0,5 grammi e se mi beccano al volante rischio un’ammenda fino a 2000 euro e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Credo che l’anarchia spesso derivi dal rifiuto di leggi stupide e di clamorose contraddizioni … Cito a memoria esempi minimi o massimi. I punti di patente tolti ai ciclisti (idiozia poi rientrata). Il disco dei 20 all’ora per indicare un rallentamento (sarebbe meglio il cartello: scendete e spingete l’auto). La fame nel mondo e l’Europa che distrugge la sovrapproduzione di latte e ortaggi. Ancora la fame nel mondo, tra la Chiesa dei missionari e la Chiesa di Roma che scaglia un anatema contro quei preservativi che limiterebbero il boom demografico. Le ronde antifumatori a Padova negli spazi aperti delle stazioni a imitazione di certi Stati Usa: l’America di Bush ha rifiutato di sottoscrivere gli accordi di Kioto sulla riduzione dei gas serra, ma proibisce di fumare per strada, in casa, sulla propria auto: il messaggio farisaico è chiaro, avvelenate l’atmosfera fin che volete, ma guardatevi dall’accendere una sigaretta. Torniamo ai miei due bicchieri di vino. L’allarme alcol nasce da un deprimente record italiano: se la media europea delle sbornie è 14 anni, quella dei nostri ragazzini è 12. Giovani e giovanissimi si ubriacano soprattutto la sera del famigerato sabato. Ho detto sera e non notte perché si cerca lo sballo “prima”: una specie di preagonistica, per arrivare in discoteca già in pressione, come le locomotive di una volta. La sbornia preventiva che interessa sociologi e psichiatri consiste in un giro accelerato di aperitivi, birre e bevande alcoliche mascherate da innocui sciroppi, lanciati da una martellante e cinica strategia commerciale. Una “cura dell’alcol” per sciogliere timidezze e inibizioni, per rivitalizzare (e ci si illude) un’attrazione sessuale appannata nei maschi dall’overdose di nudo femminile in tv, nella moda e dalle solitarie frequentazioni dei siti erotici di internet. Dunque lo sballo ambisesso del sabato sera può servire a pacificare nei fumi dell’alcol maschi complessati e femmine disinibite. Brilli, si comincia meglio. Senonché, quando si rincasa all’alba in auto, ci si ammazza in curva o si ammazzano le nonnine che vanno a messa. La logica vorrebbe che lo Stato concentrasse controlli e sanzioni nel mondo delle discoteche. Invece una giusta crociata contro chi guida in pieno sballo rischia di trasformarsi in una odiosa persecuzione verso la maggior parte dei guidatori che hanno da tempo “mitridatizzato” il proprio organismo contro due bicchierotti di barbera (se ne bevono tre, vengono arrestati) e che si ribellano all’infame contraddizione scandita dalle cronache: guidatori ubriachi, assassini recidivi, rimessi in libertà dopo un brevissimo soggiorno in galera, con riconsegna della patente e tante scuse. Quando incombe un grave problema specifico il legislatore si mette la coscienza a posto, con drastiche leggi erga omnes. E ottusi burocrati fanno di tutto per renderle più puntigliose: “Basta un solo bicchiere di vino per ridurre la percezione del rischio, con iniziale compromissione sensoriale, diminuzione del controllo motorio, visione laterale ridotta”. Vengono in mente le controindicazioni di certi bugiardini farmaceutici: perdita di conoscenza, arresto cardiaco, exitus. Alla crociata bacchettona e ipocrita fulmineamente si adegua la follia tecnologica: hanno lanciato l’alcol detector che appena ti metti al volante ti annusa l’alito e se non gli sta bene, blocca l’accensione dell’auto. Il saccheggiatissimo epigramma di Ennio Flaiano è sempre più attuale: situazione tragica ma poco seria. Lo Stato si occupi di un largo segmento di generazione che si sta bruciando il cervello con alcol e droga e rappresenta un rischio mortale per sé e per il prossimo. E ci lasci vivere in pace con due bicchieri di vino. Tanti giornali si sono occupati dell’argomento e la sintesi più felice è in un titolo su Venerdì di Repubblica: se chi guida è ubriaco, almeno la legge sia sobria.

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