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Nazione / Giorno / Carlino

Una nuova guida all’Emilia Romagna... da mangiare e da bere ... Viaggi per il mondo e incontri gli spaghetti alla bolognese (che a Bologna nessuno conosce), il Parma ham (magari fatto in Australia), aceti balsamici che Modena non sanno neppure dov’è, Parmesan cheese che viene da Hong Kong, “sparkling red wine” che vorrebbe imitare il lambrusco. Quando il turista viene in Emilia Romagna e scopre le vere tagliatelle al ragù di carne, l’originale prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano secondo tradizione, le bollicine dei lambruschi di Modena, Reggio, Parma, non è solo un viaggio in una delle regioni più belle d’Italia, è un ritorno alle origini, è la scoperta dell’isola del tesoro, è il ritorno alla realtà vera fatta di valori, tradizione, cultura, storia - dopo le copie “taroccate” che girano per il mondo. Dal V Rapporto Censis - Città del vino emerge che il turismo enogastronomico in Italia non conosce crisi. Tra le regioni leader nel settore, l’Emilia Romagna raccoglie una quota stimabile attorno al 12% del giro d’affari totale (2,5 miliardi). Da Piacenza a Rimini, lungo la Via Emilia, si snoda un territorio agricolo in cui la produzione di alimenti si è coniugata da sempre con la qualità, con la ricerca dell’eccellenza, con la sapienza artigianale di chi, a partire da quelle materie prime, creava prodotti divenuti famosi in tutto il mondo, e che tutto il mondo ci copia e invidia. È questa Emilia-Romagna slow, da bere, gustare, assaporare con lentezza, la regione descritta nella nuova guida “Viaggi Golosi in Emilia Romagna”, frutto di una iniziativa congiunta fra Apt Servizi Emilia Romagna e Regione (Assessorato Agricoltura), e curata dal giornalista del Carlino e del QN Lorenzo Frassoldati, che da anni si occupa di agricoltura ed enogastronomia. Nove province, 15 Strade dei vini e dei sapori, il primato italiano dell’eccellenza agroalimentare con oltre 30 prodotti Dop e Igp e 21 territori di vini doc, 15 presidi Slow Food, più di 200 prodotti tradizionali iscritti nell’Atlante ministeriale. Dai grandi prodotti-bandiera del made in Italy nel mondo - Parmigiano Reggiano o Prosciutto di Parma, l’Aceto balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia, o la Mortadella di Bologna, o le Pesche e nettarine di Romagna - alle “nicchie” per gourmet come l’anguilla marinata delle Valli di Comacchio, il Culatello di Zibello o il Formaggio di fossa di Sogliano al Rubicone, l’Emilia Romagna si conferma regione-crocevia di percorsi gastronomici, tra il nord “longobardo” dei salumi e dei formaggi stagionati e il sud romagnolo-marchigiano della piadina, della carne alla brace e della cucina di mare a base di pesce azzurro. Da consultare e scaricare sul sito www.aptservizi.com.

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