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Il Giornale

Basta col vino a tavola Ora l’alcol si beve all’ora dell’aperitivo ... Cresce il consumo di vodka e rum specie lontano dai pasti La nuova tendenza trainata dalle donne. +25% in dieci anni... Si beve meno vino e birra, ma più aperitivi, amari, superalcolici. Si beve fuori pasto e si archivia il sano bicchiere di rosso a tavola. Bevono in modo dissennato gli anziani, bevono troppo le donne in carriera, tracannano molto alcol quelli che vivono nei piccoli centri e nel Nord Est, trangugiano di tutto giovani e giovanissimi soprattutto quando frequentano le discoteche: un modo per sbaffarsi senza arrivare alle pasticche proibite. Nel complesso, l’Italia che descrive l’Istat nel rapporto “Uso e abuso di Alcol” è un paese che dovrebbe prima disintossicarsi e poi riprendere le buone abitudini. Esagerazioni? No, i numeri parlano chiaro: nel 2010, i comportamenti a rischio riguardano ben 8 milioni e 624 mila persone, il 16,1%, di cui 6 milioni e 589 mila maschi e 2 milioni 36 mila femmine.

Cominciamo dagli adulti del domani. Sono stati definiti dei potenziali bevitori compulsivi. Basta girare tra i locali un sabato sera per capire di cosa si tratta. Ogni ragazzo riesce a scolarsi, in un’unica occasione, fino a 8 bicchieri di alcolici e superalcolici. La popolazione più esposta al binge drinking è quella che frequenta le discoteche e di età compresa tra 18 e 24 anni: si tratta di
698mila persone, il 16,6% dei giovani, con un rapporto tra maschi e femmine paria tre. Anche i giovanissimi non disdegnano gli intrugli. Il 13,6% dei ragazzi di 11-15 anni (392 mila persone) consuma alcol, un andazzo pericoloso, perché una volta preso, è difficile da correggere nel corso della vita. E proprio per questo 1’Oms raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni, prima, infatti, non si ha la capacità fisica di metabolizzare adeguatamente l’alcol.

Mamma e papà spesso hanno la bella fetta di responsabilità in fatto di educazione al bere. Infatti, l’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori può influenzare il comportamento dei figli. Per 1’Istat, è potenzialmente a rischio 1119,7% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche. Quota che scende al 14,4% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che bevono in maniera moderata.

Nella terza età si scambia il vino per acqua fresca. Gli ultrasessantacinquenni bevono a tavola, vino per lo più, ma sempre troppo. E la fascia a rischio coinvolge 2milioni e 915 mila ultra 65enni (il 43,5% dei maschi e il 10,6% delle femmine). Sono persone che bevono quotidianamente eccedendo le raccomandazioni, spesso mantenendo comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute dovuti all’avanzare dell’età.

Sbiadisce l’uso del vino durante i pasti. Quote crescenti di popolazione preferiscono alcolici lontano dai pasti, come vodka e rum. Una tendenza trainata dal gentil sesso che in dieci anni registra un incremento del 25,1% (contro il 15% dei maschi).

Tra le persone di 25 anni e oltre, la quota di consumatori nell’annodi bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio. Ciò avviene soprattutto per le donne: se tra quelle con al massimo la licenza elementare il 45% consuma alcol, per le laureate la quota raggiunge il 68,9%. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio. Andamento inverso ha, invece, quello del consumo quotidiano, che cresce al diminuire del titolo di studio.

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