“Siamo i primi nell’esportazione e ora puntiamo sui nostri vitigni” ... L’azienda di Gianni Zonin, di cui è anche presidente, è la seconda in Europa... La sua è la prima casa vinicola italiana, la seconda in Europa. Dal Veneto si è allargata ad altre 6 regioni (e negli Usa), produce 24 milioni di bottiglie l’anno, per il 60 per cento esportate all’estero. A Gianni Zonin, che è anche presidente dell’azienda, abbiamo chiesto un bilancio alla vigilia del Vinitaly.
Il vino italiano è fuori dalla crisi?
“Sì, anche se è diversa la situazione tra il mercato italiano e l’export. In Italia la perdita di consumi continua, anche per la ventata di proibizionismo che confonde vino e superalcolici. C’è il terrore dell’etilometro che tra l’altro secondo noi ha metodi di analisi inaffidabili. Per questo come associazioni di categoria prenderemo presto iniziative”.
E all’estero?
“Le esportazioni sono aumentate, abbiamo superato i 20 milioni di ettolitri, siamo il primo paese esportatore al mondo per quantità. Il secondo per valore perché la Francia è più brava di noi a vendere. I 4 miliardi di export nostri sono la voce più importante dell’agroalimentare”.
Quali sono nostri mercati?
“Quelli tradizionali cioè Germania, Inghilterra, Svizzera e adesso anche Benelux. Poi Usa e Canada. Crescono i paesi scandinavi e il Brasile. In Russia abbiamo raddoppiato le esportazioni. La Cina è un mercato da scoprire. Lì la Francia che è più brava di noi nel marketing, e sa fare squadra, è molto avanti”.
Cosa rimane da fare?
“Negli ultimi quindici anni il mondo del vino italiano ha fatto un salto di qualità straordinario. Adesso dobbiamo imparare a promuovere meglio i nostri prodotti. E puntare su quella che è la nostra ricchezza esclusiva: i vitigni autoctoni. In Italia ci sono 350 varietà di uva, in Francia 35. Siamo ingrado di offrire al mercato una gamma di prodotti ricchissima”.
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