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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Picnic a casa Sting: la star brinda con la Nobiltà del vino ... I grandi viticoltori italiani si danno appuntamento nella splendida villa Il Palagio ospiti della popstar e della moglie Trudie... Le colline sono tutt’intorno. In una primavera toscana difficile da immaginare, per chi vive lontano da qui. Magari a Boston, Massachussetts, o in Nevada. I Colori sono perfetti. Blu del cielo, spruzzato dal bianco limpido delle nuvole. Verde intenso dell’erba. Violetto dei fiori di lavanda, che spuntano come pennellate nei giardini. Sole, vento. Toscana al suo stato più puro. Più idilliaco. E’ lo sfondo di “Divino Tuscany”.

Sapeva un po’ di Rinascimento quel che stava accadendo, ieri, alla villa Il Palagio. Era il momento in cui Firenze stava diventando la capitale mondiale del vino. Di nuovo. Dopo che i grandi nobili mercanteggiavano le loro partite di vino al tempo dei Medici. Anche adesso, sui prati, tra i pergolati, sulle terrazze con vista su quinte infinite di colline, ci sono nomi storici: Antinori, Frescobaldi, Ricasoli. Tutti qui, per un “dejeuner sur l’herbe” molto speciale. Un picnic con Sting. E’ lui il padrone di casa. E questa è la tenuta che - dopo tanti viaggi in Toscana, a celebrare un amore divenuto sempre più forte - Sting dal 1998 ha creato, reso un gioiello di pietra, terracotta e alberi, nel cuore della Toscana. Tutto insieme a sua moglie, Trudie Styler, produttrice cinematografica, appassionata di yoga e di pilates. E, recentemente, tornata attrice per il premio Oscar Paul Haggis, nel film “The Next Three Days”.

Il posto è da sogno. La villa è del Cinquecento. Intorno, il tempo si è fermato. Qui sono venuti ospiti Madonna, Tom Hanks, Bruce Springsteen. Da qualche parte, nell’edificio, c’è il mitico studio di registrazione privato di Sting. Se vuole, può registrare un disco anche stanotte. E qui, in questo Paradiso, c’è Sting. Mica telo aspetti, di vederlo davvero. Invece c’è. In scarpe da tennis. T-shirt. Fascino rustico, con abbronzatura color terracotta. E bicipiti da Braccio di Ferro. Charme da gentleman inglese, e fisico da rockstar. Dev’essere lo yoga, che lui e Trudie praticano con fervore.

Vino? “Io non sono sempre stato un amante del vino”, dice. “Come tutti gli inglesi, bevevo birra. Poi, qui in Toscana, presi casa in quella che era una vera e propria cantina. Provai un vino, per assaggiare. E capii che era qualcosa di speciale. Non sono andato a cercare il vino; è il vino che ha cercato me”. E adesso, Sting non solo è un intenditore di vini. Ma è anche un produttore toscano. “Produciamo vino biologico: è quella la strada, in me”, dice. “Ho scelto la cultura biologica per nutrire la terra, e non per depredarla”. In collaborazione con l’enologo Paolo Caciornia, ha già inaugurato due marchi divino. Il terzo, “il fiore all’occhiello”, sarà pronto questa estate.

Intorno a lui, ieri, suoi ospiti, c’erano i più grandi, i più famosi produttori della Toscana. Nomi che rappresentano il top mondiale. Tutti lì, per l’atto finale di un evento, una specie di summit dei migliori produttori e intenditori di vino: “Divino toscano”. C’erano Albiera Antinori, Lamberto e Tiziana Frescobaldi, Giovanni Folonari, Ferdinando Frescobaldi, Ferruccio Ferragamo - produttore del Borro - o come la famiglia Banfi, produttori di un Brunello di Montalcino tra i più straordinari. O i produttori di Ornellaia, e Bibi Graetz di Testamatta. Unico “fuori quota” lo spumante Ferrari.
E’ accaduto proprio questo. Un incontro tra i più grandi produttori toscani e i più grandi esperti di vini del mondo. Persone che, tra l’altro, hanno pagato di tasca loro un biglietto non trascurabile per prendere parte all’evento. Tutti riuniti da James Suckling, uno che ha fatto del vino un’arte. Scriveva su “Wine Spectator”, e adesso è uno dei critici enologici più celebri al mondo.
Nel programma della manifestazione, un concerto del violinista Joshua Bell alla Pergola, una degustazione ad altissimo livello all’hotel Four Seasons di Firenze, una cena di gala a Villa Corsini, preparata da Giorgio Pinchiorri. Insomma: un universo in cui la musica, l’arte di mangiare e bere, e l’arte più completa di vivere bene, raggiungono un livello quasi divino. Il tutto nel cuore della Toscana.

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