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Corriere Della Sera / Corriere Economia

Vino & affari La ripresa si gusta nel bicchiere … Mercato interno in flessione, ma vola l’export (+16% nel 2010) per un valore di due miliardi di euro. Premiate le etichette di qualità ... Oltre la crisi La storia di un settore che ha saputo reinventarsi e vincere all’estero ... Se tre indizi fanno una prova, ormai è chiaro che il vino non segue le logiche della macro economia. Al terzo anno di crisi globale, infatti, l’enologia italiana fa segnare numeri da capogiro nell’export: undici milioni di ettolitri (+16%) per un valore di 2 miliardi di euro (+14%). “La forte contrazione dei consumi in Italia e nel resto dell’Europa - dice Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative - ha spalancato da anni gli orizzonti del mercato alle imprese vitivinicole. Tuttavia, dirigere la rotta oltreconfine non è facile: riescono ad essere competitive solo le imprese strutturate, capitalizzate. È per questo che la funzione di organizzazioni cooperative come la nostra è quella di evitare che tante piccole aziende vadano da sole sul mercato, favorendo il più possibile processi di aggregazione e fu
sione per aumentare i livelli di competitività.

Prezzo qualità

Una sinergia già iniziata e che funziona, almeno stando alle cifre ufficiali. “Guardando le statistiche balza all’occhio che le produzioni che godono di miglior salute sono quelle con maggior valore aggiunto - conferma Lucio Mastroberardino, presidente di Unione italiana vini -. Vale a dire vini a denominazione, spumanti e frizzanti di qualità, ma anche quelli a indicazione geografica, soprattutto i rossi. Tutti accomunati da buone crescite sia sul fronte del volume, ma, quel che più conta, con prezzi medi decisamente al rialzo che si riflettono in aumenti del fatturato”. Una tendenza confermata anche dai produttori. “In effetti - dichiara Francesca Moretti, enologa e responsabile marketing delle cantine Moretti - è ormai evidente che il consumatore premia il vino di maggiore fascia di prezzo, e affianca questa scelta a un prodotto di uso quotidiano con un ottimo rapporto qualità prezzo. Questo trend è sicuramente un riflesso dei tempi, ma sono altrettanto convinta che non si tratta solo di un fenomeno contingente dovuto alla crisi, ma di un cambiamento duraturo che riporterà equilibrio nei parametri della qualità e del valore di mercato”.

Il motore del successo

Ma certi risultati non arrivano per caso: per rendere competitivo il comparto enologico servono l’inventiva e la capacità creativa degli imprenditori di abbattere costi e perfezionare i cicli produttivi. In Maremma, ad esempio, la cantina Petra (del gruppo Moretti) ha realizzato un impianto unico al mondo per dimensioni e caratteristiche: 880 pannelli fotovoltaici, posizionati su un’ingegnosa struttura galleggiante posta sui 2500 metri quadrati del laghetto artificiale adibito alla
raccolta di acque piovane, alimentano di energia pulita l’azienda. “Se ad oggi, a quasi quattro mesi dalla messa in funzione, sappiamo di aver già risparmiato 52 mila euro che investiremo in ricerca e sperimentazione, il risparmio ambientale ammonterà in un anno a 168 mila chilogrammi di CO2, equivalenti a 57 tonnellate di petrolio”, continua Moretti. Ciclo produttivo e soluzioni qualitative. Come quelle che cerca Donatella Cinelli Colombini, erede di una delle più antiche famiglie senesi, che ha costruito (per prima in Italia) la sua cantina “Casato prime donne” di Montalcino con un personale tutto al femminile, convinta che “le donne hanno una rapporto speciale con il vino - dice Cinelli Colombini -. La cura, la precisione, il rispetto con cui si occupano di enologia confermano questa dote naturale. A questo si associa il talento di persone come Valérie Lavigne, 43 anni, una vita dedicata alla ricerca all’Università di Bordeaux e un’attività di enologa consulente insieme a Denis Dubordieu in alcune delle più importanti cantine del mondo come gli Chàteaux d’Yquem e Margaux. Era lei l’enologo giusto per guidare una realtà come la nostra verso un ulteriore salto di qualità e verso il consolidamento della nostra etichetta come simbolo della migliore enologia al femminile”. Un esempio che comincia a fare scuola.


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