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Il Sole 24 Ore

Prezzi elevati, vendemmia ai minimi storici ... Una vendemmia ai minimi storici? Evviva la vendemmia! L’annata 2011 ha giocato un brutto scherzo ai tanti (sempre più numerosi) che già a partire dalla tarda primavera, quando in realtà non era stato ancora tagliato un grappolo d’uva, si affannavano a formulare previsioni sulla vendemmia che si concluderà solo nel mese di novembre. Quest’anno, poi, anche le stime effettuate a fine agosto hanno dovuto fare i canti con un insolito mese di settembre che, tra temperature oltre la media e violenti fenomeni temporaleschi, ha costretto a riscrivere in profondità le stime facendo propendere per un forte calo produttivo che porterà la vendemmia ai minimi storici e cioè vicino ai4o milioni di ettolitri.
Un dato che - inoltre - costringerà l’Italia a cedere il primato produttivo appena conquistato (nel 2010) ai danni della Francia che contrariamente al nostro Paese prevede una crescita della produzione di vino del 6 per cento. Una sciagura quindi? Non proprio. Da un lato Bruxelles negli ultimi anni ha auspicato per il vino italiano una razionalizzazione della produzione per eliminare quella fetta di offerta, spesso di minore qualità, che difficilmente trova spazi sul mercato. E il calo produttivo del 2011, oltre ai fenomeni atmosferici avversi, in buona parte è dovuto proprio alla politica di espianto dei vigneti senza mercato. Quindi i suggerimenti di Bruxelles sembra siano stati ascoltati. Ma non solo. Che il calo produttivo non vada letto come una penalizzazione è d’altro canto confermato anche dai trend delle quotazioni delle uve che, in presenza di una minore offerta, e dopo anni di ribassi, vede oggi i listini spiccare letteralmente il volo. Anche in questo caso sono state sbagliate le previsioni. Se ad agosto si parlava di un +10-20% dei prezzi delle uve, oggi siamo arrivati su molte piazze a registrare un balzo del 35 per cento. Tanto da far esclamare a più di un produttore: la vendemmia è ai minimi storici? Evviva la vendemmia!


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