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Libero Gusto

Buona novella ... Il sommelier... Della Vernaccia di San Gimignano
sappiamo tutto.
Dante la cita nel Purgatorio.
Allietò le nozze Medici-
Rucellai e le lettere di richiesta
che il Magnifico
mandava al comune di San
Gimignano certificano che
questo vino era fra i suoi favoriti.
In tempi più recenti è
stato il primo vino bianco
italiano ad avere
la Doc intorno
alla metà del
secolo scorso e
all’estero è fra i
più amati. Incanta
il suo colore
brillante
come la luce del tramonto
invernale fra le torri della
sua città, note di camomilla
e tiglio, scorza di cedro,
croccante di mandorle e un
tocco di zafferano nel finale.
Ma la buona notizia,
pensate, è che nel XIII secolo
il comune di San Gimignano
obbligava a pagare
una tassa di 3 soldi per ogni
soma di Vernaccia esportata
a caricava il suo valore
più alto di altri vini bianchi.
Oggi, che le tasse spuntano
come i funghi, almeno questo
non c’è più. Godiamo la
Vernaccia gabella-free!
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