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Corriere Della Sera

Modernisti del barolo soltanto perché utilizzano botte piccola, cioè barrique da 250 litri per accelerare l’evoluzione del vino? Non così esattamente. L’uso del legno e a discrezione In alcuni casi si è esagerato facendo perdere identità al vino. Le macerazioni sono più corte e le note di frutta più marcate. Nuove filosofie all’attacco di un rosso ricco di storia e suggestione. Una moda, anche per differenziarsi dai tradizionalisti custodi del barolo vero, talebani nel chiedere al nebbiolo tutto quanto può esprimere rispettando i tempi lunghi dell’affinamento in botti grandi di rovere seguito da un altrettanto lungo invecchiamento in bottiglia. Anche tra i Modernisti tuttavia c’è una classe di top wine, di chi il vino lo vuole fatto bene Elio Altare, Roberto Voerzio, Conterno Fantino, Domenico Clerico e Paolo Scavino restano un sicuro punto di riferimento per chi al barolo chiede meno tempo di attesa prima di essere bevuto.

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