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La Nazione / Il Giorno / Il Resto Del Carlino

Il Chianti fa squadra, ma Gaiole non ci sta “Sul biodistretto non abbiamo garanzie” ... Non è una bocciatura tout court nei contenuti dell’intesa, ma è comunque un “no” secco al processo di definizione del territorio del Chianti. Progetto di accordo che, tra l’altro, sarà firmato oggi a Firenze in occasione dei 300 anni del Chianti Classico, dai Comuni del Chianti senese e fiorentino. Tutti tranne quello di Gaiole che, nella giornata di ieri, si è espresso all’unanimità nell’ambito del civico consesso dopo aver analizzato e valutato il contenuto di un atto che ruota attorno all’utilizzo della parola Chianti e parla della costituzione di un distretto rurale del Chianti e del biodistretto del

Chianti, oltre al sostegno del territorio alla candidatura del Chianti come patrimonio Unesco dell’Umanità, avanzata dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico. “Il consiglio comunale di Gaiole in Chianti - ha affermato il capogruppo consiliare di maggioranza, Gloria

Sampoli - non è contrario a priori ai contenuti del documento, dalla candidatura del Chianti a Patrimonio Unesco dell’Umanità alla costituzione del distretto rurale. A questo proposito, ricordiamo che il nostro Comune è stato fra i primi a deliberare la costituzione del biodistretto del Chianti, nei mesi scorsi, accettando la chiusura del precedente biodistretto del Chianti Storico”.

In quell’occasione - ha insistito Sampoli -, però, mettemmo anche in evidenza che il biodistretto non doveva avere semplicemente una stretta valenza geografica, con l’auspicio che potesse diventare presto il biodistretto della Toscana. Il documento sulla definizione territoriale - ha proseguito il capogruppo - non ci convince perché dedica poche righe ad argomenti per noi fondamentali per il futuro e lo sviluppo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Michele Pescini il quale ha detto che “il Comune di Gaiole ha sempre collaborato a una promozione territoriale in ottica di area e continueremo a farlo; ma oggi non ci sono le condizioni per approvare un atto che parla, in maniera per noi incompleta, di temi troppo importanti per il tessuto economico, produttivo e sociale”.

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