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Repubblica Firenze

Vino75, business in crescita Invitalia e Sici ci investono ... fondi di investimento scommettono sulle potenzialità di Vi-no75, l’enoteca digitale nata nell’incubatore fiorentino Nana Bianca ed eletta dal colosso Alibaba a proprio interfaccia italiano per il mercato mondiale del vino. Invitalia Ventures, specializzata negli investimenti sulle start con maggiori potenzialità di crescita, e Sici sgr, società di gestione del risparmio indipendente con sede a Firenze in viale Mazzini, hanno deciso di partecipare insieme ai soci fondatori (quattro giovani imprenditori) e ai primi finanziatori (Andrea Merloni, Club Italia Investimenti 2 e Club Digitale) ad un aumento di capitale di Vino75 da 1,5 milioni di euro, che porterà ciascuno dei due fondi a detene-re meno del 15% della promettente start up. Vino75 è operativa dal 2015, in meno di due anni è riuscita a mettere in catalogo 1.500 etichette di 600 produttori, a porta-re sul mercato cinese dieci cantine grazie all’accordo con Alibaba e a fatturare poco meno di 2 milioni, in crescita del 23% al mese e che in appena 4 anni si punta a "ventuplicare" fino sulla soglia dei 40 milioni. Della start up attraggono, dunque, le enormi possibilità di crescita del business. Ma non solo, e non tanto. Per Sici, che ha un legame forte col territorio in chiave di promozione dello sviluppo delle sue eccellenze, Vino75 mostra l’attitudine a funzionare da veicolo di una crescita di sistema. “Vino75 non è un semplice market piace”, spiega Guido Tommei, direttore generale della sgr di viale Mazzini presieduta da Daniele Taccetti. “Vino75 è una vera e propria enoteca digitale che seleziona i vini, va a scoprire etichette sconosciute, stipula contratti di fornitura coi produttori, compra le bottiglie, studia e pianifica le promozioni, vende e consegna in 48 ore ai consumatori di tutto il mondo. E per queste sue caratteristiche, apre per le picco-le cantine uno straordinario canale commerciale, in grado di spalancare per le pmi le porte di mercati che queste aziende non potrebbero mai raggiungere con le loro sole forze”. Ad aprile proprio Sici aveva fotografato il quadro di difficoltà che attraversa il settore delle medie-piccole aziende vitivinicole toscane. Aveva analizzato un aggregato di 18 di queste cantine con un comune denominatore: guadagnano bene ma spendono tutti gli utili
per pagare alle banche gli interessi degli affidamenti ottenuti per investire in cantine, nuovi vitigni e strutture agrituristiche, trascurando però i canali commerciali. Aziende paralizzate. Bloccate dentro i confini nazionali dove i consumi sono al palo. Impossibilitate ad affrontare la promettente sfida dell’export. L’aggregato delle 18 aziende fattura 97 milioni di euro e occupa 608 dipendenti. Potenzialmente, un colosso. Che ha una eccellente margine operativo lordo ( 14% di ebitda) ma un indebitamento bancario mostruoso di 234 milioni che si mangia tutta la redditività: il rapporto tra indebitamento bancario e Ebitda è 16,7, quando un rapporto sano e fisiologico sarebbe quello di rimanere sotto il parametro di 4. Ed ecco che per questo tipo di aziende - ma anche per tutto il sistema - Vino75 rappresenta un’opportunità per riuscire a distribuire all’estero informa semplificata, disintermediata, economica, rapida. Fondata da Andrea Nardi Dei, insediata in Nana Bianca valuta e seleziona i vini tramite i propri sommelier, acquista e fa scorte delle bottiglie più vendute che restano in magazzino per non più di un mese, mentre per i vini a più bassa rotazione stipula procure di acquisto. Stabilisce i prezzi di vendita in base a strategie di posizionamento, con occhio attento ai prezzi della concorrenza. Consegna in 48 ore (prezzo 9,9 euro, consegne gratuito per ordini sopra i 120 euro). Nei pochi mesi di vita, al giugno 2016 aveva già venduto 174.000 bottiglie con uno scontrino medio di 140 euro a ordine. Ha 400.000 iscritti alla piattaforma. E ora punta a rifornire non solo singoli consumatori appassionati di vi-no ma anche enoteche e ristoranti in tutto il mondo. Superfluo sottolineare che l’accordo con Alibaba, che ha scelto Vino75 come enoteca digitale dal mercato dei vini italiani, sia il fiore all’occhiello della start up insediata in Nana Bianca. “Questo accordo - spiega Andrea Nardi Dei - ci ha consentito nel 2016 di portare 10 cantine sul mercato cinese. Nel 2017 lavoreremo per portarne almeno 100”. E c’è chi scommette che questo possa dare la spinta ai segmenti più fragili dell’economia toscana del vino e dell’agroalimentare, a micro aziende eccellenti ma senza gambe per correre.

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