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VINITALY 2007 - IL “TRIANGOLO DEL VINO: IL VINO PARTE DALL’AMERICA, PASSA DALL’ITALIA E ARRIVA SUGLI SCAFFALI INGLESI. ECCO UNA DELLE TANTE STRANE FACCE DEL VINO GLOBALE NELLE LOGICHE DELLE MODERNE DINAMICHE DI MERCATO

Italia
Cantine d'acciaio

Davvero originale il “giro” compiuto da quasi tutto il vino importato dagli Usa in Italia: 500.000 ettolitri arrivano nel nostro Paese, solo per essere imbottigliati e poi, provvisti di etichetta di un’azienda a stelle e strisce, ripartono per essere venduti nella gdo inglese. Misteri? No, l’Italia ha una sovra-capacità di imbottigliamento e il trasporto di vino dagli Stati Uniti costa meno, anche in virtù del fatto che la tassazione sullo sfuso è minore su quella dell’imbottigliato. La curiosità viene fuori alla ricerca, effettuata da Confcommercio, presentata oggi a Vinitaly.

L’analisi spiega che anche l’Italia, leader mondiale insieme alla Francia, per produzione ed export, importa vino dall’estero. E negli ultimi cinque anni la quantità di vino proveniente fuori dai confini del Bel Paese è triplicata, portando l’Italia all’undicesimo posto nella classifica mondiale degli importatori di vino.

Un import ancora piccolo, rispetto al bilancio complessivo del vino (stock, produzione, consumo, export), ma in crescita e con importanti margini di sviluppo. Acquistiamo vino principalmente dalla Spagna (749.000 ettolitri) , poi dagli Usa (529.000 ettolitri), dalla Francia (328.000 ettolitri). Triplicano tra 2001 e 2005, rispetto alla tipologia i volumi di vino da tavola (con una percentuale del 90% di sfuso), facendo scendere il prezzo medio del vino importato del 40%.

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