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A gonfie vele l'export del vino italiano nel 2000
a cura dell'Osservatorio del Salone del Vino

E' più che triplicato negli ultimi 10 anni il contributo del vino alla bilancia commerciale italiana: il saldo del comparto è stato fortemente attivo anche nel 2001 e con i suoi 2.400 milioni di euro supera del 7,5% il risultato già di tutto rispetto del 2000, anno in cui il saldo attivo toccò i 2.232 milioni di euro. Secondo l'Osservatorio del Salone del Vino, nei dati recentemente pubblicati dall'Ismea, colpisce la grande sproporzione che persiste tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni e ciò nonostante l'affacciarsi sul mercato di nuovi paesi produttori. Nel 2001, a fronte di vendite all'estero per 2.579 milioni di euro, vi sono stati acquisti per soli 180 milioni di euro. Inoltre mentre il valore delle esportazioni è aumentato del 6% quello delle importazioni è calato del 10,2%.
La crescita del fatturato all'estero dei produttori italiani di vino riguarda praticamente tutti i principali mercati. Se si considerano i primi dieci Paesi che compaiono nella graduatoria dei nostri sbocchi, soltanto per la Francia si registra un calo del nostro export (-20,3%). Il mercato per noi più importante, quello tedesco, con 750 milioni di euro, fa registrare un incremento modesto ma significativo (+1,7%), mentre decisamente sostenuta (+12,5%) è la crescita dell'export italiano negli Stati Uniti, che nel 2001 hanno acquistato vini dai nostri produttori per 612 milioni di euro, insidiando sempre più da vicino il primato del mercato tedesco. Considerando complessivamente il nostro export, va sottolineato che alla crescita del valore delle vendite italiane non corrisponde un incremento delle quantità vendute, che anzi hanno subito una flessione (-10,1%). Il calo è dovuto ai vini da tavola ed in particolare agli sfusi, mentre crescono anche in quantità le esportazioni di vini confezionati sia Doc che da tavola. Il calo della quantità e l'aumento del valore mettono in luce un forte incremento del prezzo medio all¹esportazione (+16,9%), che deriva in parte dalle lievitazioni dei prezzi di molti tipi di vino e in parte decisamente maggiore da un modifica della composizione delle nostre vendite, con una crescita delle quote dei tipi più pregiati ed una diminuzione di quelli di qualità inferiore. Per questo aspetto le vendite italiane seguono la tendenza in atto, che nei mercati maturi (Italia compresa) vede diminuire la quantità di vino consumato ed aumentare decisamente la qualità e quindi il prezzo, mentre nei mercati emergenti per il vino il consumo si è orientato fin dall'inizio verso prodotti di qualità media o alta. E' merito dei produttori italiani aver saputo seguire la tendenza della domanda adeguando la produzione alla richiesta del pubblico che privilegia in misura crescente la qualità.
Sulle importazioni italiane, l'andamento del 2001 è stato per molti aspetti opposto a quello delle esportazioni. Intanto l'entità del flusso in entrata, come già si è accennato, è stata modesta rispetto sia all'export che al consumo del nostro mercato interno. In secondo luogo, nei confronti del 2000, nel 2001 si registra un calo del valore delle importazioni del 10,2% ed una crescita delle quantità importate del 14,6%. Conseguentemente vi è stata una decisa caduta del prezzo medio di acquisto all'estero che è sceso del 21,7%. Il fornitore di gran lunga più importante del nostro Paese resta la Francia, che nel 2001 vede però calare le sue vendite all'Italia del 19,6%, mentre in crescita, ma con valori assoluti modesti, sono le nostre importazioni dalla Spagna (+92,5%), dal Regno Unito (+250,6%), dal Cile (+31,5%), e dal Giappone. In calo invece è il valore degli acquisti di vini provenienti, oltre che dalla Francia, anche dalla Germania (-5,2%), dagli Stati Uniti (-35,8%) e dalla Grecia (-35,9%).


Import-Export vino Italia (in milioni di euro)
Anno            Import            Export         Saldo
1988              99,2             703,4         604,3
1989             126,0             816,5         690,5
1990             137,4             898,6         761,3
1991             146,7             929,1         782,4
1992             136,9             947,7         810,8
1993             101,7           1.093,9         992,1
1994             110,5           1.397,5       1.287,0
1995             136,9           1.714,1       1.577,3
1996             121,4           1.755,4       1.634,1
1997             152,9           1.880,9       1.728,1
1998             180,8           2.156,2       1.975,4
1999             188,5           2.340,1       2.151,6
2000             200,9           2.433,5       2.232,6
2001             180,4           2.579,9       2.399,6 .

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