Dopo l’esperienza del talk show al Salone del Vino (a novembre 201, a Torino), anche a Trento, su iniziativa della Camera di Commercio (che molto sta facendo, in questi mesi, per la promozione su scala internazionale dei vini del Trentino), nei giorni scorsi, i più famosi curatori delle guide dei vini - Enzo Vizzari de “Le Guide dell’Espresso”, Gigi Piumatti della “Guida dei Vini d’Italia” di Gambero Rosso/SlowFood, Franco Ricci della Guida “Duemilavini” dell’Associazione Italian Sommeliers, Michel Bettane de la “Guide du Vin” - coordinati da Osvaldo Bevilacqua, mister “Sereno Variabile”, hanno sviluppato un forum su “Le Guide dei Vini: conversazione su ruolo, valore e futuro”.
Il primo concetto che è emerso dall’analisi delle Guide è l’incremento del numero di produttori di qualità. Il sempre crescente interesse verso il mondo del vino ha trovato degli interpreti che riescono ad avvicinargli il consumatore, e, come per i vini, anche per le guide il tempo favorirà la selezione: solo le guide meglio documentate e più veritiere avranno la preferenza dei lettori. “Trasmettere la sensazione che si prova girando l’Italia e degustando, assaggiando i vini è quello che vogliamo fare attraverso la nostra guida” ha affermato Gigi Piumatti che affianca Daniele Cernilli nella direzione della guida di Gambero Rosso/Slow Food. E se la guida Duemilavini, nata come strumento per i sommelier Ais, è divenuta “una guida che racconta il vino, che è arte e cultura”, secondo Franco Maria Ricci, “è perché la cultura del vino, e con essa il successo dei vini di qualità, è nata grazie a questa nuova sorta di giornalismo del vino”. Coerenza è stata invece la parola d’ordine per la guida ai vini dell’Espresso “costruita - secondo le parole di Enzo Vizzari - sulla logica di un solo degustatore. Un’informazione qualificata ma con diversi livelli di ingresso, concepita in funzione dei consumatori”. Il ruolo espresso da Michel Bettane è quello di “interfaccia tra il produttore e il consumatore; in questo modo le critiche divengono costruttive. E’ un ruolo che rende possibile il miglioramento”. E’ nato quindi un dibattito sull’influenza che possono avere le guide dei vini su enotecari e ristoratori, ma si tratta di un’influenza non quantificabile e bisogna ammettere che mentre questi strumenti di lavoro migliorano, cresce anche la cultura del vino e quindi le competenze di coloro che vi approcciano. “La figura del sommelier in ristorante, con una sua cantina, in Italia esiste da pochissimo tempo - secondo Piumatti - con questi strumenti si può agevolare il compito del ristoratore che deve essere in grado di soddisfare la domanda del consumatore”. E’ quindi risultato che, nel mondo del vino, deve “nascere la figura di chi fa analisi sensoriali - espresso da Ricci - diversa da chi produce vino e anche da chi lo consuma”.
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