E’ un’attività che non conosce nessuna tregua e, soprattutto, nessuna crisi: si tratta della fabbrica dei falsi che sempre più interessa anche il vino e che vede il Chianti in prima fila. A scoprire l’ultima frontiera del redditizio e variegato mercato dei falsi è stata la Guardia di Finanza. Vino toscano doc solo sull’etichetta della bottiglia, ma l’uva ed il mosto arrivano, nell’area fiorentina o senese, direttamente dalla Puglia o dalla Sicilia. "E’ un nuovo settore - hanno spiegato alla Guardia di Finanza - che sta conoscendo espansione. E’ solo una delle tante indagini sul fronte della lotta ai falsi condotta dalla Finanza. Un giro d’affari per diverse decine di miliardi di vecchie lire che la Guardia di Finanza vuol stroncare". La notizia ha fatto timidamente capolino ieri al bilancio d’attività 2001 delle Fiamme Gialle, per poi rimanere congelata in poche informazioni. “Non possiamo - ha spiegato gli uomini della Finanza - dire di più: è in corso un’inchiesta”.
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