"Siamo di fronte alla vendemmia più scarsa degli ultimi 45 anni: bisogna risalire al 1957 per trovare una produzione più deficitaria (42,8 milioni di ettolitri). Non si produrranno più di 47 milioni di ettolitri di vino, con un decremento del 10% sul 2001, che fece registrare solo 52,3 contro i 54 milioni di ettolitri (che è la media degli ultimi 5 anni, ndr)". Con queste parole, il direttore generale dell’organizzazione italiana dei tecnici del settore vitivinicolo (fondata nel 1891, che rappresenta il 90% degli “addetti ai lavori”) 90%, Giuseppe Martelli commenta le prime previsioni sulla vendemmia 2002, che saranno valide fino al 25 ottobre (in questa data gli enologi provvederanno, come di consueto, a presentare a Verona quelle definitive). E la qualità ? “E’ molto eterogenea: nella stessa regione - spiega Martelli a WineNews - il sufficiente si scontra con l’ottimo ed il mediocre con l’eccellente. Complessivamente, buona ma con scarsissime punte di ottimo e molte di medio. Per le varietà tardive, è possibile un recupero solo se settembre avrà ottime condizioni climatiche e meteoriche”. E la scarsità della vendemmia non potrà, inoltre, non riflettersi anche sul mercato: “i prezzi all’ingrosso delle uve precoci e dei relativi vini sono già lievitati dal 15 al 30% secondo le zone e le varietà, con punte anche del 40% per alcune partite”. Uno scenario che fa già prevedere per i vini in generale (anche se il pieno della vendemmia si verificherà solo intorno al 10 settembre) una tendenza di generale aumento, con punte decisamente più elevate per i prodotti richiesti dal mercato e disponibili in minore quantità”.
La tabella - La vendemmia 2002: la più povera da 45 anni
Queste le vendemmie, quantitativamente, più scarse degli ultimi cinquanta anni, stando all’Associazione Enologi Enotecnici Italiani:
Anni - Produzione milioni ettolitri
1952 - 44,854
1954 - 50,474
1957 - 42,838
1997 - 50,563
2001 - 52,293
2002 - 47 (stimati)
La curiosità - Verso i 750.000 ettari di vigneto da uva da vino
La produzione 2002, al di là degli aspetti dovuti all’andamento produttiva del nostro Paese, è un ulteriore conferma del decremento della potenzialità produttiva dell’Italia. Nel 1980 la superficie vitata era 1.227.000 ettari; nel 1985 era scesa a 1.022.000; nel 1990 era passata a 971.000 ettari. Oggi è stimata in poco meno di 800.000 ettari di uva da vino. L’abbattimento dei valori della superficie trovano, quindi, riscontro nel decremento della potenzialità produttiva italiana.
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