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A BRUXELLES RISPUNTA L’IPOTESI DI UNA TASSA SUL VINO. EZIO RIVELLA: “BISOGNA FARE FRONTE COMUNE PER OPPORSI”

Italia
Ezio Rivella, presidente dell'Unione Italiana Vini

Dopo sei mesi di apparente silenzio, ritorna con forza sulla scena comunitaria l'ipotesi di un’accisa sul vino. La conseguenza diretta dell’introduzione di un’imposta al consumo per il vino sarebbe la lievitazione dei costi per i produttori, ma anche per le tasche dei consumatori. Sembra che al vaglio della commissione, che si riunirà mercoledì prossimo, ci siano quattro diverse opzioni. Di queste, due sono estreme - ossia introdurre un'accisa sul vino, oppure non fare nessuna proposta - mentre le altre due sono intermedie. Ad oggi il vino beneficia in Italia e nei Paesi produttori europei di
una aliquota di accise pari a zero.
La proposta ha immediatamente scatenato reazioni in Italia. Secondo Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini (la “Confindustria del vino”): “Bisogna fare fronte comune per opporsi a questi tentativi di danneggiare il comparto vitivinicolo, uno dei più importanti per l’economia del Paese: noi lotteremo con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per respingere questa ipotesi. L’istituzione di una tassa sul vino si ripercuoterebbe in primo luogo sulle tasche dei consumatori, perché andrebbe ad incidere in particolare sui vini di prezzo basso e medio, e poco su quelli di prezzo elevato. Ma anche per lo Stato questa accisa costituirebbe un aggravio burocratico, dai costi più alti dei possibili rendimenti”.
Sulla stessa linea anche Augusto Bocchini, il presidente di Confagricoltura: "Bene ha fatto il ministro Alemanno a chiedere la solidarietà del collega Tremonti, e quindi all’intero Governo, per bloccare ogni ipotesi di introduzione delle accise sul vino in Italia” - dice commentando le notizie provenienti dal Consiglio agricolo informale a Nyborg in Danimarca - “L' accisa, come il dazio in passato, si tradurrebbe inevitabilmente in una recrudescenza delle frodi e dell' evasione, e si ripercuoterebbe sui costi di gestione delle aziende produttrici e quindi sui consumatori". Anche Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e Coldiretti considerano l’ipotesi sbagliata e pericolosa: l’istituzione di una tassa si tradurrebbe in un colpo negativo per le imprese del settore, già alle prese con un'annata vinicola disastrosa a causa del maltempo, con una produzione (tra i 45 e i 48 milioni di ettolitri) tra le più basse del dopoguerra. L’accisa costituirebbe inoltre un sostegno esplicito ai consumi di birra e di altri alcolici proprio nel momento in cui si registra, anche nelle giovani generazioni, un rinnovato interesse verso il vino ed i valori culturali, ambientali e territoriali che esprime.

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