Costerà, ai produttori di Langa, oltre 3 milioni di bottiglie la grandine che, nei giorni scorsi, ha devastato i grandi cru del Barolo. Un dazio pesante visto e considerato che in previsione si sarebbero dovuti produrre 8 milioni di pezzi. Il Consorzio di Barolo e Barbaresco, in riunione plenaria, ha deciso di ridurre ulteriormente del 20% la produzione anche di chi ha subito pochi danni in relazione al maltempo. Una scelta impostata sulla buona intenzione di salvare una annata che non sarà di sicuro eccellente.
”Non per questo ci siamo fatti prendere dall’allarmismo - ha detto Giovanni Minetti, presidente del Consorzio - Dopo sette annate eccezionali dobbiamo accettare quest'ultima che sarà normale. Questo non significa che il Barolo non sarà ottimo. Anzi abbiamo invitato i viticoltori ha ridurre ulteriormente del 20% la loro produzione, abbassando così la resa per ettaro a 64 quintali”. Una scelta difficile ma di carattere considerato che sui totali 1300 ettari circa 600 sono stati spazzati via dalla grandine. E’ infatti sui 700 ettari rimasti che verrà praticata l’ulteriore riduzione delle uve Nebbiolo. Nei cinque comuni piemontesi colpiti i dati di questo triste elenco la dicono lunga sulla
furia del maltempo: a Barolo, sono stati spazzati via 170 ettari di vigneto, il 70% è andato perduto; a La Morra, 220 ettari, il 70% perso; a Serralunga, 110 ettari, il 40 % perso; a Castiglione Falletto, 80 ettari, il 40% perso; a Monforte d'Alba, 15 ettari, il 40% perso. E la vendemmia bussa ormai alle porte: il 28 settembre si partirà con la raccolta di uve Nebbiolo da Barbaresco e il 1 ottobre con le uve Nebbiolo da Barolo.
Ma se il Piemonte piange, la Toscana non ride: il Consorzio del Chianti Classico ha deciso di abbassare la resa dei grappoli del 10% sul disciplinare che detta legge alle 650 aziende vitivinicole del Consorzio. Una selezione obbligata per mantenere i livelli di qualità del famoso rosso di Toscana. "Per questo abbiamo deciso - spiega il direttore del Consorzio Giuseppe Liberatore - che il potenziale produttivo fissato dal disciplinare a 75 quintali di uva per ettaro, quest'anno può scendere a 67,5 quintali. Un provvedimento necessario, che abbiamo inoltrato alla Regione per l'autorizzazione di rito, e che permetterà di non mancare nessuno degli altri punti del disciplinare e quindi di garantire l'alta qualità del vino del nostro marchio".
Francesca Facchetti
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