Come conoscere - dalla produzione alla classificazione, dalla legislazione alla commercializzazione dei vini sui mercati esteri - le nuove e le vecchie opportunità economiche e commerciali per il vino italiano ? Basta andare il 25 ottobre, a Verona, al Seminario Ratti, workshop di prestigio per gli “addetti ai lavori”, organizzato dall’Istituto Nazionale Commercio Estero (la partecipazione è gratuita: Alessia Bianchi, tel. 06/59929536, vini@ice.it, www.ice.it), in stretta collaborazione con Veronafiere (Vinitaly) e l’Associazione Enologi Italiani. In particolare, quest’anno, saranno presi in esame “i mercati della Corea del Sud, mercato nuovo, e del Giappone, mercato già consolidato, con lo scopo di dare continuità alle azioni già intraprese in questi Paesi”. Nella seconda sessione del Seminario Ratti, come è tradizione, il direttore generale degli enologi Italiani, Giuseppe Martelli, presenterà il commento e dati definitivi sulla vendemmia 2002 in Italia.
Focus: come sta andando l’export …
ed in particolare su Giappone e Corea
Nei primi 6 mesi 2002, i dati ufficiali continuano ad essere incoraggianti: l’export di vino italiano segna ancora una fase d’espansione dei flussi esportativi: + 7,8% in valore e +1,8% in volume.
Il “nuovo”: la Corea del Sud, dopo la brusca battuta d’arresto per la crisi asiatica del ‘97, ha registrato un aumento nel consumo di vino importato. Le importazioni di vino italiano sono in costante aumento dal ’99: nel 2001, hanno raggiunto e superato i valori ante-crisi asiatica attestandosi sui 1,8 milioni di euro. Questi dati esortano a intensificare gli interventi promozionali sul mercato coreano, dove oggi il consumo di vino aumenta gradualmente e che, per crescente potere d’acquisto, presenta delle interessanti analogie con il giapponese di dieci anni fa.
Il “vecchio”: il Sol Levante si presenta come un mercato maturo, caratterizzato da un forte potere d’acquisto e da una fascia di reddito medio-alta molto estesa; le esportazioni del vino italiano sono in crescita sia per volume (+11,6%) sia per valore (per il quale si riscontra un incremento percentuale sul 2001 del 11,68%). Dati significativi che confermano l’apprezzamento crescente dell’esigente consumatore giapponese nei confronti degli ottimi standard qualitativi dei prodotti italiani.
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