Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, la “Confindustria del vino”, interviene sul minacciato aumento dei prezzi del vino causato dalla scarsa vendemmia di quest’anno (dal 5 al 10% in meno rispetto al 2001). Se da una parte alcuni produttori preannunciano rincari, dall’altra Ezio Rivella invita alla prudenza e alla responsabilità: «Anche se le avverse condizioni climatiche hanno indubbiamente fatto lievitare in alcune zone d’Italia i costi della vendemmia – spiega Rivella – non è giusto che questi siano interamente trasferiti sul prodotto e quindi sul consumatore. Aumentare i prezzi sarebbe un fenomeno di “autogol” che niente ha a che vedere con una corretta strategia di marketing. Peraltro - continua Rivella - siamo convinti che alla fine i rincari saranno limitati: questo vale in particolare per i vini di qualità, per i quali i prezzi rimarranno sostanzialmente stabili (anche perché l’annata mediamente non eccezionale non giustifica aumenti). Diverso il discorso per i vini “comuni”: qui il costo della materia prima è aumentato fino al 30%, ed i margini di guadagno sono più “risicati”. Ecco perché rincari fino al 10% di queste etichette rientreranno nell’ordine normale delle cose».
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