Assolto il radicchio, rinviato a giudizio il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene: questa la sentenza del giudice Giancarlo Capirossi, divertito all’idea di dirigere per la prima volta un “processo enogastronomico”. Avete capito bene: i due prodotti più noti della Marca Trevigiana sono stati chiamati “in tribunale”. Complice nel complotto, al Salone del Gusto di Torino, la Camera di Commercio di Treviso, da cui è partita l’idea di mettersi in discussione “autoprocessandosi”.
Ecco le accuse per i due imputati. Per il Prosecco doc: “attentato alla tetraggine ed al cattivo umore; induzione all’assuefazione spiritosa; favoreggiamento di rumori molesti da buona digestione e favoreggiamento di assembramenti conviviali”. E per il Radicchio “ostentazione di un colore rosso sovversivo; monopolista, aggira le regole della libera concorrenza offrendo soluzioni culinarie dall’antipasto al dolce”.
A leggerli è stato un cancelliere d’eccezione, il giornalista e scrittore Bruno Gambarotta, che ha sentenziato “A breve saranno venduti anche in farmacia”. Perché? Ma, per le conclusioni a cui hanno portato le deposizioni delle difese, ovviamente!
A difendere il Prosecco doc il professor Giorgio Moretti della Facoltà di Medicina di Padova che, attraverso la sua ricerca, ha dimostrato le proprietà benefiche dello “spumante” di Conegliano e di Valdobbiadene, e, per il radicchio, il direttore dei mercati ortofrutticoli Francesco Cera e Gabriella Gazzani dell’Università di Pavia. Tra i testimoni, anche il famoso etologo Giorgio Celli con le sue curiose teorie.
Le deposizioni, però, non sono state ritenute esaurienti, ed il giudice, in questo appoggiato sempre dal giornalista Bruno Gambarotta, ha ritenuto indispensabile far “testare” anche ai “teste” i due imputati. La piena assoluzione del radicchio era prevedibile, ma perché un rinvio per il Prosecco doc, che alla giuria aveva provato scientificamente le proprie proprietà antitumorali ? Legittimo sospetto, ecco la risposta. Il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene ha chiesto infatti di essere giudicato in una sede imparziale e la richiesta è stata accolta.
Come può essere obiettiva una giuria piemontese, da sempre dedita ai rossi austeri e corposi ? Come può la seria Torino assolvere uno spumante che “attenta alla tetraggine ed al malumore”? La sede del futuro processo al Prosecco doc sarà l’Università di Pavia, e l’imputato ha confessato di confidare nell’affetto e la dedizione che l’Oltrepò Pavese ha nei confronti dello spumante. La data ? Il 5 maggio, e Conegliano e Valdobbiadene, si augurano che la storica ricorrenza non sia un presagio: ai posteri l’ardua sentenza …
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