La Moët & Chandon, con altre maison de Champagne, per la prima volta in Italia, ha premiato a Venezia il 22 novembre volti noti del mondo dello spettacolo, della stampa, della moda e della ristorazione italiana, insignendoli del prestigioso titolo di Cavaliere dell’Ordre de Coteaux de Champagne. Si tratta, tra gli altri, dell’attrice Ornella Muti, degli imprenditori Mario Boselli e Beppe Modenese, della direttrice della rivista "Chi" Silvana Giacobini, degli chef Stefania Moroni e Heinz Beck e di "grandi penne", che da anni ragionano e scrivono di vino e di champagne come Enzo Vizzari, direttore de "Le guide de L’Espresso", Fiammetta Fadda, direttore della prestigiosa rivista "Grand Gourmet" e Mauro Remondino, raffinato giornalista del mondo del gusto per il "Corriere della Sera". E, di fronte alla magnificenza di Dom Pérignon, un vino che ha fatto la storia dello champagne, non poteva inoltre mancare la più raffinata tradizione culinaria italiana, rappresentata per l’occasione da Stefania Moroni (ristorante “Aimo e Nadia”, Milano), Francesco Cerea (“Da Vittorio”, Bergamo), Heinz Beck (“La Pergola”, Roma), Achille Maccanti (“Il Sambuco”, Milano) e Savio Bina (“Cracco Peck”, Milano).
Brindisi prezioso, in chiusura: due bottiglie rarissime faranno la loro comparsa, rigorosamente sigillate, all’asta conclusiva, che devolverà i suoi proventi al Comitato per la Salvaguardia di Venezia. Si tratta di uno dei 1993 Jéroboam Dom Pérignon Vintage 1993, prodotti nel 1999 per festeggiare l’arrivo del Terzo Millennio (all’epoca solo cento furono riservati all’Italia), e di una bottiglia di Dom Pérignon Œnothèque 1959, uno scrigno di profumi e aromi unici della Champagne. Scampati alla fine del Secondo Millennio, ricompaiono ora. Per giocare la propria entrèe negli ultimi momenti di una festa elegante, sfarzosa, senza precedenti. Bottiglie d’eccezione, quintessenza di Dom Pérignon, sublimi come Venezia, con la sua notte, le sue acque lente e la sua languida bellezza. Che rimane testimone sullo sfondo.
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