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IL “RE DEL BARBARESCO” ANGELO GAJA CONTRO TUTTI: “PUBBLICA CONFESSIONE” AL SALONE DI VINO DI TORINO

Dalle tentazioni americane alla scoperta di Montalcino e di Bolgheri, passando per la rivalutazione del Barbaresco e la scelta di declassare i suoi famosi cru per far emergere il solo Barbaresco: sono queste alcune delle “confessioni” in pubblico, al Salone del Vino di Torino, di Angelo Gaja, il più famoso vignaiolo italiano nel mondo, invitato da Bibenda/Ais di Roma a raccontare per un’ora e mezzo la sua “storia” di vignaiolo, di uomo di marketing, di imprenditore. Angelo Gaja ha “confessato” un nuovo amore enologico, la Toscana, seppur precisando, anzi rivendicando con orgoglio la sua appartenenza alla Langa ed al Piemonte. Ha anche raccomandato una maggiore attenzione ai giovani imprenditori ed una difesa della “territorialità” dei vini e delle doc. Poi la confessione più audace: “E’ vero, per un grande vino conta anche il marketing”. Ha difeso la scelta di importare vini esteri di grande qualità, ha rivendicato alla Langa di aver creato un circuito di eccellenza dove per emulazione dei più affermati prodotti si sono creati tanti nuovi eccellenti vignaioli che hanno “fertilizzato” anche economicamente la regione. Infine un accenno ai prezzi: “Non è vero che il vino costa caro. I vignaioli sanno tenere l’equilibrio tra qualità e diffusione dei loro vini”.

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