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GLI ITALIANI RISCOPRONO L’ITALIA: E’ BOOM PER I “VIAGGI DI PROSSIMITÀ”, E I DISTRETTI DEL VINO SI CONFERMANO MAGNETI DEI NUOVI TURISMI

Viaggi lontani in Paesi esotici, crociere all’altro capo del mondo, escursioni in foreste tropicali o in mezzo ad assolati deserti: ecco un modello di turismo che ormai non corrisponde più alle esigenze di questi tempi difficili. L’attuale situazione di crisi internazionale sta infatti avendo tra le prime dirette conseguenze quella di una pesante battuta d’arresto del turismo a largo raggio: e come avvenne in tutto il mondo nei mesi immediatamente successivi all’11 settembre, uno degli effetti principali della guerra sarà l’aumento dei cosiddetti “viaggi di prossimità”, ovvero brevi spostamenti verso località vicine ai paesi di residenza. Non disposti a rinunciare alle vacanze, gli italiani stanno così indirizzando la loro domanda verso il turismo rurale: le nuove tendenze parlano di viaggi all’insegna della riscoperta dei prodotti e dei sapori di casa nostra, da assaggiare nei week-end o in “micro-vacanze”. E sono in particolare i distretti enologici i magneti dei nuovi turismi: il vino di qualità sta infatti assumendo sempre più il ruolo di traino per lo sviluppo di un modo di viaggiare basato sull’integrazione tra risorse ambientali, bellezze paesaggistiche, arte e tradizioni enogastronomiche locali.

“Il turismo del vino - spiega Francesco Lambertini, presidente del Movimento Turismo del Vino, che raggruppa oltre 900 cantine di tutta Italia e che anche quest’anno celebrerà il 25 maggio “Cantine Aperte”, da sempre appuntamento atteso dagli amanti del buon bere, con tanti eventi in ogni regione - costituisce un’opportunità fondamentale per promuovere il patrimonio di risorse agroalimentari del nostro Paese ed un oculato strumento strategico per lo sviluppo economico del territorio. Grazie al fascino esercitato dai distretti enogastronomici (la regione cult rimane la Toscana, seguita da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Campania), le prospettive future del mondo del vino si giocheranno sempre più anche nel campo del turismo: ecco perché tanti produttori stanno investendo per qualificare le proprie strutture ricettive”.
Una conferma di questa tendenza arriva anche da Vittoria Cisonno, direttore del Movimento Turismo del Vino, che spiega: “Sempre più importante è il concetto di qualità: per questo come Movimento Turismo del Vino abbiamo ideato il Decalogo dell’Accoglienza. Le cantine associate stanno iniziando a richiedere la certificazione di qualità, che sarà rilasciata, dopo apposito sopralluogo, dai responsabili CSQA, l’ente con il quale il Movimento Turismo del Vino ha redatto un decalogo contenente le indicazioni sul “come” fare accoglienza di qualità. La certificazione dell’accoglienza in cantina si pone l’obiettivo di rendere immediatamente evidente al cliente-consumatore la qualità del servizio offerto, attraverso l’utilizzo di un simbolo che rappresenta le foglie di vite. Quante più foglie di vite sono rilasciate all’azienda (tre, quattro, cinque o cinque oro, ovvero livello super) tanto più rilevante e significativo è il servizio offerto. Un impegno condiviso anche da Coop Italia che, coerentemente con il percorso di valorizzazione dei presidi di prodotti tipici avviato con Slow Food, ha creduto in questo progetto sostenendo il principio dell'accoglienza di qualità quale condizione imprescindibile per una concreta ed efficace promozione del territorio”.
La campagna insomma va sempre più forte, scelta da migliaia di turisti che in molte regioni hanno già fatto registrare il tutto esaurito per Pasqua: gli agriturismi sono sommersi da richieste e prenotazioni, i ristoranti, le fattorie e le cantine si preparano a fare il pieno di clienti e visitatori. Ma chi sono i turisti che si orientano verso la “country life”, anche se solo per pochi giorni? Spesso arrivano dalle grandi città, hanno una cultura medio-alta, dispongono di un reddito elevato, sono amanti del buon mangiare e del buon bere, prediligono itinerari nel segno dell’arte, della storia e dell’enogastronomia, e amano acquistare bottiglie e specialità locali direttamente da chi le produce.

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