E' di oltre 2.540 milioni di euro il saldo attivo della bilancia vinicola italiana nel 2002. A renderlo noto è l'Ismea che, sulla base dei dati Istat, indica una crescita del 6% sul 2001, quando l'attivo della bilancia era di 2.400 milioni di euro. Crescita anche per l'export: i dati a consuntivo parlano di un +6,6% per un valore di 2.750 milioni di euro, a fronte di una sostanziale stabilità dei volumi, fermi a quota 15,6 milioni di ettolitri. Nel dettaglio delle voci che compongono la bilancia vinicola nazionale, il prodotto da tavola registra un leggero calo delle spedizioni oltrefrontiera (-1%) per un ammontare di 8,7 milioni di ettolitri, a fronte di un recupero del 4,4% dei vini frizzanti (1,1 milioni di ettolitri). Spedizioni all'estero in frenata per i vini doc-docg (4 milioni e mezzo di ettolitri) che recuperano, però, il 2% in termini di valori (1.428 milioni di euro). Bene gli spumanti che recuperano il 9% in un anno. Le destinazioni ? La Germania, primo mercato di riferimento, con una quota del 35,7% sul totale, ha registrato una crescita del 2,6% degli acquisti di vini italiani; l'aumento delle spedizioni verso gli Usa è del 12%. Sull'importazioni, l'Ismea segnala una crescita del 36,6% per un totale di 986.000 ettolitri per una spesa di 208 milioni di euro (+15,4%).
La curiosità
+16% import negli Usa. Nel 2002, spesi 2,6 miliardi di
dollari. Cresce l'appeal per le etichette italiane
Anche nel 2002, è proseguita la tendenza al rialzo che da cinque anni caratterizza la domanda statunitense di vini stranieri. Con 5,5 milioni di ettolitri, le importazioni Usa hanno registrato, lo scorso anno, un balzo in avanti del 16% sul 2001, per una spesa di oltre 2,6 miliardi di dollari (+19%). L'aumento della domanda a "stelle e strisce" - comunica Ismea (sulla base dei dati Usda) - ha riguardato sia i vini sia gli spumanti. L'Italia consolida la propria leadership nella classifica dei Paesi fornitori con 2 milioni di ettolitri, segnando un incremento del 15% sul 2001. A seguire l'Australia, che, a sorpresa, guadagna la seconda posizione, a scapito della Francia che, con un milione e 80.000 ettolitri scivola al terzo posto. E' interessante notare l'ottima performance australiana, le cui vendite verso gli Usa sono passate dai 730.000 ettolitri del 2001 agli oltre 1,1 milioni di ettolitri del 2001, segnando così un incremento del 51%. Un passo indietro per Cile e Argentina, le cui esportazioni negli Stati Uniti sono diminuite rispettivamente del 2% e del 3%. Buono, invece, il risultato per Nuova Zelanda e Sud Africa, con incrementi del 43 e del 50% rispetto all'anno precedente. (Ansa)
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