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I SOMMELIERS ITALIANI: “LE BOLLICINE ITALIANE DEVONO AVERE UN’IDENTITA PRECISA PER SFONDARE SUL MERCATO”

Per rompere il muro dei 17 milioni di bottiglie all’anno, che resiste da molto tempo, con la Francia che invece si attesta a 250 milioni di bottiglie di champagne, lo spumante italiano ha bisogno di un’identità precisa se vuole sfondare sul mercato interno ed estero. L’analisi è venuta fuori da “Il valore dello spumante e l’identificazione con il territorio”, convegno (con la partecipazione, tra gli altri, del marketing manager Stefano Milioni, del presidente dell’Unione Italina Vini Ezio Rivella e del direttore “Bibenda” e “Duemilavini” Franco Ricci) che l’Associazione Italiana Sommeliers ha organizzato (con il patrocinio della Regione Lombardia) oggi a Milano. Ma quale sia l’identità da cercare, però, non è chiaro: nella parola spumante, in effetti, ci sta tutto, purché nel vino sia presente una quantità di anidride carbonica capace di sviluppare una pressione di almeno tre atmosfere. A termini di legge, infatti, è possibile produrre oltre 300 tipologie di spumante a denominazione di origine controllata. E’ per questo che il Consorzio del Franciacorta, come ha ricordato Mattia Vezzola, enologo di una delle cantine più prestigiose d’Italia, Bellavista (il patron è Vittorio Moretti), ha bandito dalle etichette dei propri vini la parola spumante e persino la sigla docg (denominazione di origine controllata e garantita). L’identificazione del prodotto con il territorio è la strada più interessante da seguire per dare un’identità forte e comunicarla al pubblico. Non è un caso che, nell’ultimo anno, solo Franciacorta e Prosecco abbiano aumentato le vendite, seppure di poco. “Un vino, spumante o no, non è solo da bere - ha detto Terenzio Medri, presidente dell’Associazione Italiana Sommeliers, legando vino e turismo, - ma da degustare, da conoscere perché è espressione del lavoro della gente e di un territorio, che a sua volta va visitato”. “Il Dna di un prodotto - ha aggiunto Alberto Schieppati, direttore del mensile “Fuoricasa” - non è dato solo dal territorio, ma anche dal marchio che lo contraddistingue. Per imporsi sul mercato, però, ha bisogno di una comunicazione chiara, trasparente ed efficace”.

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