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Sul mercato del vino si affaccia il "quarto potere": è l'enoappassionato. Questa tendenza al centro del Salone del Vino di Torino (16/19 novembre)
a cura dell’Osservatorio del Salone del Vino

Sul mercato del vino si affaccia un quarto potere, è quello degli enoappassionati. Stimati in oltre 6 milioni stanno diventando un anomalo, ma importante, canale distributivo alternativo che vale più o meno un sesto del mercato interno (si affiancano cioè ad enoteche, grande distribuzione e ristorazione). E in una fase commerciale particolarmente delicata per questo settore, che continua a mietere successi a livello internazionale essendo ormai uno dei principali must del made in Italy, il Centro Studi Promotor, ne ha sondato pareri e tendenze.
La ricerca, che sarà presentata al Salone del Vino, in programma al Lingotto di Torino, dal 16 al 19 novembre 2003, ha evidenziato un accentuato protagonismo del buyer self made a conferma che il vino ha ormai cessato di essere un puro bene di consumo per diventare un marcatore dello stile di vita.
L'enoappassionato è in prevalenza maschio ha dai 30 anni in su con reddito medio medioalto e livello di istruzione alto, concentrato nelle regioni del Nord e del Centro. Ma in forte ascesa è l'interesse delle donne per il vino e sono proprio loro a determinare gli stili di consumo nella coppia. L'enoppassionato sceglie vini rossi di media struttura, si fida abbastanza del consiglio delle guide, ma sta affinando il gusto della ricerca e per questo dedica metà del suo tempo libero all'andare per cantine e territori. Si fa turista del vino ma quasi sempre individualmente. E' lieto di ricevere in regalo il vino e si affida ad eticchette prestigiose se deve fare un dono importante. Marca la propria personalità scegliendo bottiglie diverse a seconda delle occasioni d'incontro (bollicine e in que sto caso guarda ancora allo Champagne per serate in allegria, vini importanti come Brunello di Montalcino, Barolo o Amarone per incontri decisivi, bianchi fruttati per l'estate, rossi di medio corpo come Chianti o Montepulciano per il consumo quotidiano) e ha nella propria cantina almeno una decina di etichette di gran pregio. Il vino è tra i piaceri della vita quello a cui rinuncia con maggiore difficoltà, e pur dichiarandosi bevitore abituale non supera i due bicchieri a pasto. Nella platea degli enoappassionati è sempre crescente il numero di chi ha frequentato corsi di degustazione, serate a tema e s'informa comprando stampa specializzata. Il wine-bar è il luogo d'appuntamento per eccellenza frequentato di preferenza per l'aperitivo o per il pasto veloce di mezzogiorno. L'enoappassionato acquista direttamente dai produttori destinando non meno di dieci euro a bottiglia o in alternativa passa attraverso l'enoteca, che rimane il primo consulente dell'enoapaasionato, ma con acquisti mirati. In casa non ha mai meno di venti etichette diverse e predilige di gran lunga i vini italiani concentrando l'attenzione sui terroir di maggior fama: Toscana, Piemonte e Veneto.
Dall'indagine del Centro Studi Promotor emerge però anche una forte rivalutazione dei vini bianchi perché Friuli Venezia Giulia, Alto Adige e Trentino sono i terroir alternativi (e quasi esclusivi per l'acquisto di bianchi) nella lista delle preferenze e si evidenzia una nuova tendenza: sulla scorta di quanto già è accaduto in Gran Bretagna e in Germania cominciano a nascere gli enoclub. Sono pool di appassionati che diventano delle piccole centrali di acquisto che si avvalgono di consulenze di esperti per rifornirsi dei vini preferiti. Insomma accanto al personal trainer si sta nascendo anche il wine-trainer.

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