E’ un successo crescente quello di “Gusto”, la rubrica quotidiana del Tg5 dedicata a “cibo & vino”: con una media di oltre 5 milioni di spettatori al giorno rappresenta il “picco” del telegiornale, il momento più seguito e atteso da chi in quel momento è sintonizzato su Canale 5.
Lamberto Sposini, vice-direttore del Tg5, nonché ideatore e direttore di “Gusto”, è soddisfatto: “la vera e importante novità di “Gusto”, che è nato nel 2001 - racconta a Winenews - è che per la prima volta si è data all’enogastronomia dignità giornalistica, inserendola in un telegiornale. Fino a quel momento “cibo & vino” erano argomenti di cui si parlava molto, ma sempre in trasmissioni a sé stanti. Invece la scelta di fare una striscia quotidiana all’interno del telegiornale ci ha premiato, e oggi “Gusto” è un punto di riferimento per milioni di spettatori, con una media del 30% di share”.
I contenuti della rubrica, dedicata all’eccellenza del “made in Italy” enogastronomico, spaziano dal vino alla carne, dai ristoranti ai bar, dal pesce alle spezie, dai dolci all’olio d’oliva.
“Siamo sempre alla ricerca di nuovi argomenti - aggiunge Lamberto Sposini - visto che andiamo in onda 7 giorni su 7, per 365 volte all’anno. Cerchiamo comunque di offrire un servizio ai telespettatori, fornendo consigli e indicazioni utili. Per esempio, dopo aver visitato negli anni scorsi i ristoranti di altissimo livello del nostro Paese, da alcuni mesi siamo passati a consigliare i locali caratterizzati da un buon rapporto qualità/prezzo, in cui mangiare bene senza spendere più di 40 euro. Inoltre si è dato spazio alla cucina casalinga, chiedendo alle massaie che ogni giorno cucinano per la propria famiglia di raccontarci le ricette del proprio territorio”.
Ma qual è il rapporto di Lamberto Sposini con il cibo? “Confesso di essere ancora profondamente legato ai sapori della mia infanzia. Sono cresciuto con la cucina dei miei nonni contadini, in Umbria, e ricordo perfettamente i cappelletti che cucinava mia nonna, o la “rocciata”, un dolce tipico umbro che faceva mia mamma. Per non parlare di quando si uccideva il maiale, nel periodo invernale, con una festa che durava una settimana a base di salsicce e braciole. Sapori e profumi indimenticabili. Detto questo, in cucina mi piace anche la sperimentazione, ma gli chef che se la possono permettere sono davvero in pochi”.
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