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GLI EFFETTI BENEFICI PER LA SALUTE TRAINANO IL VINO ALL’ESTERO (+6%). IL CONSUMO MODERATO MIGLIORA L’UMORE, COMBATTE L’INVECCHIAMENTO E PROTEGGE IL CUORE … IL PUNTO SUGLI ASPETTI POSITIVI DEL MONDO SCIENTIFICO

Il boom del vino italiano all’estero è anche il frutto delle ricerche che hanno evidenziato gli effetti benefici del consumo di vino sulla salute come negli Stati Uniti dove è stata addirittura data la possibilità a un produttore di indicare sulle etichette del proprio vino il contenuto di "resveratrolo", un importante antiossidante con effetti benefici sull'apparato cardiovascolare. Così nell’incontro dal titolo "Salute: alcol e giovani - formazione e sport per fermare lo sballo" organizzato da Coldiretti e Città del Vino a commento dei dati sul commercio estero diffusi dall’Istat che evidenziano In 3,2 miliardi di euro il fatturato del vino made in Italy all’estero (+ 6%).
E’ soprattutto il resveratrolo, presente in particolare nel vino rosso, la sostanza che ha l’influenza positiva sulla salute che va sotto il nome di “paradosso francese”. Si tratta - hanno spiegato Coldiretti e Città del Vino - della dimostrazione di come i francesi non soffrano di malattie cardiovascolari nonostante i consumi di cibi grassi che vengono “combattuti” dai polifenoli disciolti nel vino. Recenti studi medici hanno stabilito che il consumo prolungato di vino determina sostanziali modificazioni strutturali a carico di componenti del sangue: i globuli rossi, le piastrine e altri fattori della coagulazione, provenienti dal sangue di soggetti considerati “bevitori abituali”, hanno una resistenza superiore nei confronti di stimoli ossidativi rispetto alle cellule sanguigne degli astemi.
Altro filone di ricerca è quello sulle proprietà anti invecchiamento con prove preliminari che dimostrano come nel vino vi sono delle componenti che sono in grado di ritardare l’invecchiamento delle cellule. Gli ambiti della ricerca - hanno evidenziato Coldiretti e Città del Vino - sono molti altri ancora: dalla cosmesi, alla chirurgia plastica, dalla prevenzione dei tumori (il consumo di tre bicchieri la settimana ridurrebbe sensibilmente il rischio di tumori al colon per una percentuale del 68 per cento), alla prevenzione delle malattie cardiovascolari (rischio di infarto tra gli abituali consumatori di vino rosso si riduce del 30 per cento).
Vi sono interessanti prospettive di studio sugli allergeni: il potenziale allergenico di alcune sostanze nel vino viene annullato sorprendentemente, mentre è noto il potere antistress dovuto alla presenza della melatonina, un neurormone che svolge un ruolo importantissimo nella regolazione dei ritmi circadiani (sonno-veglia) che influenzano l’umore.
Di recente Città del Vino e Università di Siena hanno stipulato una convenzione per cooperare impegnandosi nei rispettivi campi di attività e congiuntamente, per la promozione, la ricerca, la cultura, la valorizzazione e la tutela del vino. In questa ottica, sta per partire una ricerca condotta dalla ricercatrice Daniela Giachetti dell’Università di Siena. L’oggetto dello studio sarà l’attività antibatterica e infiammatoria di diversi vitigni. La ricerca, che avrà un momento di studio in vitro e successivamente in vivo, ha lo scopo di valutare l’efficacia di diverse varietà di vino a bacca rossa nella prevenzione e cura di patologie quali le infezioni delle vie urinarie e l’attività antinfiammatoria.

Il punto - Il vino: più lo conosci, più fa bene
E’ giusto parlare di vino e salute o di vino è salute? La differenza non è poca. Il vino non è una medicina, ma è pur vero che molte delle sue componenti producono effetti benefici per l’organismo umano. Dallo studio del paradosso francese in poi molte altre ricerche sono state realizzate e tutte hanno dimostrato che il vino, se consumato con moderazione, può aiutare a vivere meglio.
Il paradosso francese non è altro che la dimostrazione di come i francesi non soffrano di malattie cardiovascolari nonostante i consumi di cibi grassi; questi vengono “combattuti” dai polifenoli disciolti nel vino.
E' soprattutto il resveratrolo, presente in particolare nel vino rosso, la sostanza che ha questa influenza positiva sulla salute. Dunque è la ricerca a dimostrare che il vino è un elemento importante della dieta quotidiana. Purché non se ne abusi. Del resto è consigliabile non abusare di dolci, di cibi grassi o di altri alimenti.
Recenti studi medici hanno stabilito che il consumo prolungato di vino determina sostanziali modificazioni strutturali a carico di componenti del sangue. Esperimenti di laboratorio hanno stabilito che i globuli rossi, le piastrine e altri fattori della coagulazione, provenienti dal sangue di soggetti considerati 'bevitori abituali', hanno una grande resistenza nei confronti di stimoli ossidativi. Resistenza che si è rivelata maggiore rispetto alle cellule sanguigne degli astemi.
Altro filone di ricerca è quello sulle proprietà anti invecchiamento; prove preliminari dimostrano che nel vino vi sono delle componenti che sono in grado di ritardare l’invecchiamento delle cellule. Gli ambiti della ricerca possono essere molti altri ancora: dalla cosmesi alla chirurgia plastica, dalla prevenzione dei tumori (il consumo di tre bicchieri la settimana ridurrebbe sensibilmente il rischio di tumori al colon per una percentuale del 68%), alla prevenzione delle malattie cardiovascolari (rischio di infarto tra gli abituali consumatori di vino rosso -30%).
Su benefici per il sistema cardiovascolare si è detto molto. Lo dimostra il congresso internazionale che si è tenuto a Chicago lo scorso novembre, dove circa 25.000 medici provenienti da tutto il mondo hanno seguito sessioni di lavoro dedicate al paradosso francese e ai suoi aggiornamenti.
Esistono tipologie di vini bianchi, caratterizzati da particolari composti, che possono variare anche in funzione dei diversi territori di produzione, che hanno proprietà benefiche; qui il terreno della ricerca potenziale è vastissimo. Vi sono interessanti prospettive di studio sugli allergeni; il potenziale allergenico di alcune sostanze nel vino viene annullato sorprendentemente.
Il documento del Ministero della Sanità dal titolo “Guadagnare Salute” esorta a rilanciare la dieta mediterranea; l’augurio è che si abbia la sensibilità di comprendere che l’alcolismo ha radici sociali ed economiche ben lontane dall’attività della filiera vitivinicola, e che è proprio il vino, assieme all’olio e ad altri prodotti, uno dei componenti fondamentali della dieta mediterranea.
Dal 2005 è nata l’Associazione “Vino e Salute”, di cui la stessa Città del Vino fa parte, che riunisce medici, professori universitari e rappresentanti del mondo scientifico, e che si è posta il fine di fare ricerca scientifica e cultura sull’uso moderato e salutistico del vino.
Di recente Città del Vino e l’Università di Siena hanno stipulato una convenzione per cooperare, impegnandosi nei rispettivi campi di attività e congiuntamente, per la promozione, la ricerca, la cultura, la valorizzazione e la tutela del vino.
In questa ottica, sta per partire una ricerca condotta dalla ricercatrice Daniela Giachetti dell’Università di Siena. Oggetto dello studio sarà l’attività antibatterica e antinfiammatoria di diversi vitigni.
La ricerca, che avrà un momento di studio in vitro e successivamente in vivo, ha lo scopo di valutare l’efficacia di diverse varietà di vino a bacca rossa nella prevenzione e cura di patologie quali le infezioni delle vie urinarie e l’attività antinfiammatoria.

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