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LA FEDERVINI CHIEDE RISPOSTE CHIARE ALLA POLITICA SUL RUOLO DELLE AZIENDE VINICOLE ITALIANE. IL DIRETTORE GENERALE CAGIANO DE AZEVEDO: “O SIAMO PARTE DEL SISTEMA PRODUTTIVO O SIAMO AI MARGINI, SERVE UN MESSAGGIO UNIVOCO, SCELGANO E CE LO DICANO”

“Siamo partecipi di un settore economico e custodi di un patrimonio di storia, di immagine, tradizione, ma anche di produzione e di fatturato, oppure siamo ai margini della società, vicino ad aree di illegalità, stiamo diventando un settore a rischio? Sviluppiamo qualità o negatività e diseconomia?”: sono queste le domande alle quali la Federvini, l'organizzazione del settore vitivinicolo aderente a Confindustria presieduto da Piero Mastroberardino e diretto da Ottavio Cagiano de Azevedo, chiede risposte alla politica ed, in particolare, al Governo. L'occasione è stata l'annuale assemblea generale, tenuta oggi a Roma.
“Risposte che siano chiare e univoche, e che devono venire dal mondo politico, da dove arrivano si messaggi di stima, sostegno e appoggio, ma da dove arriva anche qualche affermazione di scarsa considerazione e scarsa attenzione. Serve - continua il direttore generale, Ottavio Cagiano de Azevedo - un segnale univoco. O siamo produttori, parte del sistema economico, e quindi ci aspettiamo che siano riconosciute la nostra dignità e il nostro ruolo, o siamo reietti e ai margini della legalità (quasi alla stregua delle sostanze stupefacenti), ma allora cambiano tante considerazioni”.

La comunicazione - Il ruolo e l’immagine del vino nella comunità
Il presidente di Federvini, Piero Mastroberardino, nell’assemblea annuale, oggi a Roma, ha voluto affrontare una questione di fondo di particolare attualità: la collocazione ed il ruolo dei prodotti del settore e delle imprese nella società e l’immagine che spesso di essi si trasmette.
“La questione è chiara e nota” ha esordito il Presidente “Le preoccupazioni sociali più disparate, da quelle tragiche come gli incidenti stradali, a quelle legate a rischi di disordini, durante o dopo eventi che vedono affluire un pubblico consistente, a quelle legate a fenomeni sociali di moda, sono tutte sistematicamente utilizzate per intervenire sui nostri prodotti e su noi produttori, spesso sull’onda dell’emozione, con l’effetto di innescare o favorire processi di ostracismo sociale”.
Federvini ha, nel passato, più volte sottolineato il proprio impegno per sostenere e diffondere il modello di consumo tipico e tradizionale del nostro Paese, non diverso da quello di molti Paesi della fascia meridionale europea. Oggi tutto questo sembra passare in secondo piano, offuscato da modelli che non ci appartengono, che sono distanti da noi.
Quando si insiste sulla relazione alcol-droga, quando si etichettano i nostri settori come diseconomie asserendo che generino danni più che benefici, quando si ritiene che il consumo di vino, di liquori, di distillati (che non sono prodotti anonimi, bensì espongono le insegne prestigiose di famiglie legate per generazioni alle proprie attività e alla propria terra), possa esser liquidato con l’espressione “assunzione di sostanze alcoliche”, la sensazione che si trae è quella di una innaturale ostilità, di una indisponibilità a prendere atto di ciò che il nostro mondo rappresenta ed esprime. Si sta qui parlando di una filiera allargata che annovera più di 200.000 produttori, con 243.000 addetti nel vigneto, nell’industria di trasformazione e nella distribuzione: ma questi dati, che pure testimoniano l’importanza e il rilievo economico del settore, non bastano a riflettere appieno i valori di cultura e tradizione, nonché il ruolo sociale che i nostri settori alimentano da sempre. Si tratta peraltro di un comparto che interessa l’intero territorio nazionale, non essendovi provincia che non esprima oggi produzioni di uve, o vini, distillati, liquori o aceti.
“Eppure, le persone e le imprese qui rappresentate - ha proseguito Mastroberardino - hanno la sensazione di subire un’offensiva alle spalle, dall’interno di quel paese che si ritiene tragga benefici dagli sforzi di internazionalizzazione che il nostro sistema sta promuovendo con successo”.
Occorre esser chiari: Federvini con i propri associati è sensibile e vigile in merito ai problemi connessi al consumo errato dei nostri prodotti, non ha mai avuto esitazioni ad assumersi la propria parte di responsabilità; non ha mai rifiutato di partecipare ad iniziative di autoregolamentazione destinate a favorire in modo costruttivo la soluzione di specifici problemi.
Su questo solco la Federvini continuerà ad impegnarsi, affinché l’obiettivo di avere consumatori più informati e consapevoli non rimanga una mera affermazione di principio: ma con altrettanta determinazione e convinzione, essa non accetterà e continuerà a contrastare ogni affermazione o posizione che neghi la realtà di un modello di consumo italiano delle bevande alcoliche, tuttora attento e corretto, differente anche in tale prospettiva da quanto accade in altri Paesi.

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