02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

FONDI DI INVESTIMENTO BASATI SUL VINO? SI’, PURCHE’ TRATTINO BOTTIGLIE DI PREGIO ASSOLUTO. E ANCHE QUESTE, TALVOLTA, POSSONO CALARE DI PREZZO. IMPORTANTISSIMI I PUNTEGGI ATTRIBUITI DA “WINE ADVOCATE” DI ROBERT PARKER

Il vino come bene di investimento per un fondo alternativo? Perchè no, a patto che coinvolga bottiglie di pregio assoluto, scelte con accortezza dai gestori. Secondo Mahesh Kumar, autore di “Wine Investment for Portfolio Diversification”, manuale d’investimento di grande successo, tra il 1982 e il 2003, un basket di 50 vini pregiati si sarebbe apprezzato del 12% l’anno.
Un’altro indice, ideato da Robin Duthy e formato da 25 Bordeaux, avrebbe invece realizzato, dal 1950 al 1985, una performance media del 15,2%. Il punto di svolta negli investimenti in questo settore è arrivata nel 2006, quando la Gran Bretagna a dato il via libera ai fondi pensione di investire nel settore che, per il mercato, ha significato un aumento di risorse economiche e uno scossone nei prezzi: le contrattazioni sul London International Vintners Exchange si sono impennate di 2,5 volte rispetto al 2005 e, nel primo trimestre 2007, il turnover è aumentato del 59%. Il benchmark Liv-ex 100 continua a ritoccare i massimi storici: la performance a 12 mesi indica un guadagno del 57,2%, con una crescita del 21,1% da inizio anno.
Sul mercato britannico esistono diversi fondi dedicati al vino. The Fine Wine Fund, gestito da Wine Asset Managers (www.thewinefund.com), è partito nell’agosto 2006, richiede un investimento minimo di 50.000 sterline (70.000 euro) e si può sottoscrivere un volta la mese. In poco meno di un anno ha guadagnato il 22% e, secondo i gestori, ritengono che il lancio di nuovi prodotti e il crescente interesse proveniente da Russia e Far East fornirà nuovi stimoli rialzisti nella seconda parte dell’anno.
Importantissimi sono considerati i punteggi attribuiti da “Wine Advocate”, la rivista americana di Robert Parker, considerata la bibbia del vino: un’etichetta con 99-100 punti può valere sino a due volte il prezzo di un 97-98 e così via. Ma la regola non sempre viene rispettata.
Secondo William Back, partner di Wine Asset Managers, occorre infatti scegliere con grande attenzione gli investimenti: “il valore di un Chateau Ausone 2003 è triplicato negli ultimi 18 mesi - ha dichiarato sulle pagine di “Mercati & Finanza” - ma resta a sconto sul Petrus della stessa annata. Eppure quest’ultimo ha un paio di punti di Parker in meno sul primo e viene prodotto in quantità superiori”.
Un’altro fondo da tenere d’occhio è il Wine Investment Fund (www.wineinvestmentfund.com), che investe soprattutto in Bordeaux Cru Classé. In un quinquennio ne sono state collocate 8 tranches della durata di 5 anni, di cui la prima, emessa nell’agosto 2003, alla fine di aprile contava su una performance cumulata del 107,2%.
Secondo l’advisor Peter Lunzer, i prezzi dei vini seguono un andamento graduale: arrivati a una certa soglia si consolidano fino a quando l’offerta diventa bassa o la domanda molto alta e riprendono a salire. Ma non è detto che un vino pregiato sia destinato solo ad aumentare di valore come dimostra il caso del Bordeaux La Mondotte 2000, il cui valore è crollate del 37% in un paio d’anni.
I vini più instabili e insicuri su cui investire rimangono tuttavia i cabernet della California e gli shiraz australiani, dal momento che è difficile stabilirne il “track record”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli