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48 le bottiglie di bollicine consumate ogni anno dagli “enonauti”, non importa se a casa o al ristorante, purchè made in Italy. Franciacorta, Prosecco e Asti i “terroir” più amati. Le “cantine del cuore”? Bellavista, quindi, Ca’ del Bosco e Berlucchi

48 le bottiglie di bollicine stappate annualmente dagli amanti del buon bere (che l’80% degli “enonauti”, consuma indistintamente al ristorante come a casa, anche se un solido 20% le privilegia esclusivamente entro le mura domestiche); netta la preferenza verso il prodotto “made in Italy” (il 66% dei “sondati” dichiara il proprio amore verso le bollicine del Bel Paese, contro il 34% che dà la propria preferenza ai prodotti esteri, naturalmente con Champagne in testa, ma dove fanno la loro interessante comparsa, con qualche segnalazione, anche gli spagnoli Cava); la zona di produzione delle “bollicine” italiane più gettonata è la Franciacorta (32%), tallonata dal Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano (30%), seguita dall’Asti (10%) e dal Trentino (7%); la “top ten” dei marchi più amati dagli “enonauti” vede in testa Bellavista, seguita da Berlucchi, Ca’ del Bosco, Ferrari, ed ancora Bisol, Contadi Castaldi, Martini, Rotari-Mezzacorona, Gancia, e, a pari merito, Uberti, Monte Rossa, Cavit, Cesarini Sforza, Banfi, Antinori.
In piena estate 2007, il sondaggio promosso da www.winenews.it, uno dei siti più cliccati del mondo del vino, in collaborazione con Vinitaly (www.vinitaly.com) e indirizzato a 10.300 “enonauti” (con risposte da 1.750), ovvero amanti del vino educati al buon bere, che navigano e si informano su Internet, definisce i contorni di uno scenario in cui le bollicine stanno gradualmente abbandonando il loro ruolo storico di vini “della festa” o da aperitivo, legandosi sempre più alla compagnia e alla tavola tout court. Non importa più la “sacralità” del luogo dove consumare le bollicine - storicamente il ristorante - ma conta invece molto di più l’occasione conviviale in se stessa e sono soprattutto i cibi che, sempre più di frequente, cercano l’accoppiata con questi vini briosi e freschi.
Ed è proprio in fatto di abbinamenti che gli “enonauti” dimostrano grande autorevolezza e voglia di consumare bollicine “a tutto pasto”, senza farsi intimidire dalle proposte, anche provocatorie, del sondaggio. Così con prosciutto e salame se la giocano Franciacorta e Champagne, ma a vincere sono le bollicine lombarde, purché, avvertono i “sondati”, si tratti di vini di bella struttura e di energica dinamica acida. Spunta, neppure tanto a sorpresa, anche l’“operaio” Lambrusco, pur sempre un vino “mosso”, che è buon terzo in classifica. Vince, invece, a testa bassa lo Champagne nell’abbinamento con scampi e gamberi (quindi, Franciacorta e Prosecco); privilegiata la tipologia “blanc de blanc” (ottenuta da sole uve Chardonnay), ma molte le segnalazioni anche per le etichette “in rosa” delle bollicine; una passione quella per il rosé che sta riscuotendo, di anno in anno, una sempre maggiore attenzione degli enoappassionati.
Nessun dubbio tra gli “enonauti” in fatto di abbinamento con panettone e pandoro: le bollicine artigiane, sia in versione Moscato d’Asti che in quella Asti Spumante, non hanno avversari. Unanime anche il responso del campione sull’abbinamento più consono al cioccolato: il 90% risponde semplicemente “nulla”, dimostrando di non cadere in questa sorta di domanda “trabocchetto” del sondaggio. Con la mozzarella di bufala gli “enonauti” preferiscono, invece, il Prosecco, al secondo posto un Brut di Franciacorta o del Trentino, purché leggero e profumato, e, al terzo, l’Asprinio d’Aversa, indicando un abbinamento tutto all’insegna del territorio.
Il vino campano è uno dei molti esempi della grande ricchezza varietale italiana che sa trasferirsi anche nei vini spumante. Non prive di interesse sono infatti le bollicine piemontesi ottenute da Erbaluce di Caluso, oppure quelle ottenute dalla spumantizzazione di uve Nerello Mascalese in Sicilia, solo per fare esempi tra i più noti. Tutto all’insegna del Piemonte, l’abbinamento con la frutta: al primo posto, il Moscato d’Asti, poi l’Asti Spumante e, al terzo posto, il Brachetto. Naturalmente, c’è spazio anche per segnalazioni d’ispirazione cinematografica (chi non si ricorda di “Pretty Woman”?), dove il compagno ideale delle fragole è inequivocabilmente lo Champagne. Più sfumata l’indicazione a proposito dell’abbinamento con la verdura. Certo, sono arrivate segnalazioni per Prosecco, Franciacorta, Champagne, ma, a vincere è un altro liquido dotato di “bollicine”: l’acqua minerale! Con coniglio, pollo, fagiano e beccaccia, di nuovo testa a testa fra Franciacorta e Champagne e, in particolare, fra i “millesimati” di queste due grandi denominazioni, anche, naturalmente, di vecchie annate, rigorosamente ottenuti da uvaggi a prevalenza Pinot Nero, oppure, totalmente Pinot Nero (o “blanc de noirs”).
L’analisi/sondaggio di WineNews-Vinitaly coglie la tendenziale destagionalizzazione del consumo di “bollicine”, confermata anche dai dati di mercato, diffusi dall’Osservatorio del Forum degli Spumanti d’Italia (in collaborazione con Ismea-Ac Nielsen), che vedono, nel primo semestre 2007, una crescita del consumo di “bollicine” italiane del +9,9%, sia nei consumi interni che nei principali paesi esteri. I maggiori aumenti, in termini di valore, sono venuti dagli Stati Uniti (+24% in valore e +19% in volume); cresce anche la Germania (+ 18% in valore) che continua a mandare segnali di inversione di tendenza negli acquisti, dopo anni di stasi; bene anche la Gran Bretagna (con un +16,5%) e la Russia (+60% in volume e +70% in valore). Ma chi sono gli “enonauti” del sondaggio di WineNews? Sono cultori di Bacco, già educati al buon bere, non sprovveduti ma ben informati sul mondo del vino. Ecco il loro identikit: prevalentemente maschi (75%), il 54% di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o laurea), godono di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante ...). L’“enonauta” è sempre più interessato alla qualità del vino, ad acquistare le etichette in enoteca (dove c’è scelta, professionalità e cortesia), a frequentare i “wine-bar” ed a visitare i “territori” del vino.

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