02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

CLIMA - COLDIRETTI: VENDEMMIA PRECOCE E’ SOLO ULTIMO EFFETTO CAMBIAMENTI. CAMBIA “MADE IN ITALY” A TAVOLA: MIGRANO VITE E ULIVI E RISCHIA DESERTIFICAZIONE 1/3 DEL TERRITORIO

La vendemmia più precoce e contenuta degli ultimi trenta anni è solo l’ultimo degli effetti dei cambiamenti climatici in atto, con il 2007 che si è classificato come il più caldo dal 1800 in inverno e primavera mentre l’estate più “fresca” entra comunque nella top ten degli anni più bollenti da oltre due secoli. Lo afferma la Coldiretti che, per l’apertura della Conferenza nazionale 2007 sui cambiamenti climatici, sottolinea come le tipicità alimentari “made in Italy” che sono l’espressione delle diverse combinazioni tra territorio, ambiente e clima, sono destinate a modificarsi profondamente se non si interverrà adeguatamente.

Dal punto di vista congiunturale i primi grappoli di uva sono stati raccolti quest’anno straordinariamente già dai primi di agosto e si prevede una vendemmia di buona qualità, ma contenuta di oltre il 10% che si traduce in una produzione inferiore ai 45 milioni di ettolitri di vino. Una vendemmia anticipata come peraltro - precisa la Coldiretti - tutti i cicli produttivi con la mietitura del grano che si è aperta con un anticipo di una decina di giorni come pure la maturazione delle principali varietà di frutta e verdura. Ma l’impatto sulla natura è strutturale con il riscaldamento delle temperature in Italia che fa registrare una variazione di un grado in 100 anni (1865-2003), più alta del valore medio registrato su scala globale, che è di 0,74 gradi /100 anni (dal 1906 al 2005), secondo i dati del Cnr.

Un cambiamento che - sottolinea la Coldiretti - ha già provocato un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi mentre ai confini con la Svizzera si coltiva il sorgo e le prime arachidi sono state raccolte nella Pianura Padana dove il clima è diventato favorevole alla produzione di grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta.

Gli effetti del surriscaldamento del pianeta non sono solo la migrazione delle principali colture mediterranee, ma anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. E si ripetono le situazioni di emergenza idrica per il bacino del Po dove si ottiene un terzo dell’agroalimentare nazionale mentre è sopratutto il mezzogiorno a rischio desertificazione come dimostra il fatto che secondo l’ultimo annuario dei dati ambientali dell’Apat le aree con sensibilità media o alta alla desertificazione coprono - precisa la Coldiretti - il 36% del territorio nazionale, ma sono addirittura in una situazione di criticità circa la metà del territorio della Sardegna e della Calabria.

Gli effetti del cambiamento climatico - continua la Coldiretti - si fanno sentire nelle campagne con un aumento degli eventi estremi, la riduzione della riserva idrica, l’aumento dell’erosione in zone collinari e alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli